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PERUGIA - Trenta consiglieri e un massimo di otto assessori regionali: sono questi i punti centrali della proposta legge di riforma dello Statuto regionale presentato oggi dal gruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni. Le indicazioni contenute nel nuovo testo di legge sono definite dal capogruppo del Pd, Gianluca Rossi, “una scelta saggia che vuole concretamente andare verso una razionalizzazione delle istituzioni, in linea con altre riforme approvate dal Consiglio regionale, e tesa a rafforzare il ruolo svolto dai consiglieri in una dimensione sempre più regionale del proprio mandato”. “Il gruppo consiliare nella sua interezza – continua Rossi – ha deciso di proporre all’assemblea due modifiche all’attuale Statuto quanto mai necessarie: la riduzione del numero di consiglieri dai 36 previsti dal vigente Statuto (approvato con legge regionale n. 21 del 16 aprile 2005 ndr) a 30, bloccando così l’aumento previsto dalle disposizioni statutarie, e, questione non meno importante, fissando il limite massimo di otto assessori in Giunta regionale”. Secondo Rossi si tratta di “un provvedimento fondamentale per salvaguardare, ed accrescere, la credibilità e la vicinanza delle istituzioni umbre ai cittadini”. Del tutto ignorata la proposta alternativa formulata da Rifondazione Comunista che per realizzare i medesimi obiettivi ritiene più opportuno mantenere invariato, a 36, il numero dei consiglieri da eleggere, dimezzandone però il compenso. Una proposta che consentirebbe di tagliare in maniera ancora più consistente i costi della politica, cosa che sarebbe ancora più gradita dai contribuenti umbri, assicurando comunque una sufficiente rappresentanza dei territori. Tanto per fare un esempio concreto al riguardo basti considerare l'attuale forte sottodimensionamento della provincia di Terni rispetto a quella di Perugia che con la proposta del Pd si aggraverebbe ulteriormente. La resistenza, non spiegata, a predere in considerazione anche l'altra ipotesi apre poi un giustificato interrogativo sulle vere intenzioni che il Pd persegue con la su proposta. Per essere ancora più chiari circola il sospetto che in realtà, più che ad avere a cuore lo stato delle finanze pubbliche, il maggiore partito di governo voglia impedire l'accesso in Consiglio regionale alle forze politiche che si collocano alla sua sinistra. Condividi