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PERUGIA - La Uil-Fpl aziendale della Provincia di Perugia esprime il proprio dissenso rispetto a quanto accaduto in questi giorni in questo Ente relativamente alle applicazione di ciò che era stato concordato in occasione dell’incontro dello scorso 30 dicembre con la Rsu e le organizzazioni sindacali. In quella circostanza – si afferma – era stato chiesto al sindacato di condividere un percorso che portasse gradualmente ad un progetto di riorganizzazione dell’ente passando attraverso una mappatura dei processi, l’assetto delle funzioni attuali e potenziali nonché il sistema dei ruoli e delle responsabilità, al quale collegare un sistema di valutazione delle prestazioni conforme agli attuali indirizzi forniti dalla funzione pubblica. La Uil-Fpl aziendale aveva espresso la propria disponibilità ad intraprendere questo nuovo percorso, chiedendo che in questa prima fase non si fosse proceduto a modifiche relative alle pesature degli uffici e che le eventuali economie derivate dovessero essere utilizzate nel fondo della produttività per favorire una più equa ridistribuzione delle risorse nell’ottica dell’efficacia ed efficienza dei servizi. In una situazione dove il contratto decentrato d’Ente è ancora bloccato a causa dell’impossibilità di reperire nuove risorse, la stessa Uil-Fpl aziendale ricorda che il sindacato, piuttosto che rompere le trattative, aveva preferito attivare un percorso di verifica e di controllo sull’utilizzo del fondo del salario accessorio cercando di recuperare i pochi “spiccioli” che erano ancora disponibili. Invece dall’altra parte si vede invece un‘Amministrazione che di fronte alle difficoltà economiche della maggioranza dei suoi dipendenti, a parole afferma di condividere il problema, ma nei fatti si smentisce utilizzando a suo piacimento le economie in questione che, anche se di modesta entità, potevano e dovevano essere utilizzate diversamente. L “Abbiamo sin da subito – specifica il sindacato - criticato fortemente il modello organizzativo che l’Ente si era dato ed i relativi costi, evidenziando i problemi che sarebbero emersi e che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Alla fine del 2005 in sede di assestamento dell’organizzazione Avevamo proposto di prevedere una diversa distribuzione delle risorse relativamente alle pesature degli uffici, così da realizzare un risparmio sulle risorse impiegate che sarebbe potute diventare un valore aggiunto per il resto del personale, ma anche in quella fase si è preferito seguire altre logiche”. “Oggi infine questa terza fase riorganizzativa, anche se di modesta entità, avrebbe rappresentato l’inizio di un percorso che ci avrebbe portato verso una situazione migliore. Purtroppo ancora una volta le parole sono state diverse dai fatti: sono stati ricoperti uffici che il sindacato aveva chiesto ed ottenuto di non ricoprire; sono state aumentate le indennità di posizione anche in assenza di qualsiasi modifica delle responsabilità. Tutto questo, senza aver prodotto economie importanti, tali da giustificare la necessità di una riorganizzazione a fine legislatura”. Condividi