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di Carla Adamo PERUGIA - Il tradimento, dolorosa esperienza di vita, può diventare un’occasione e aiutare a trasformare il trauma in un momento di crescita. Questa la storia che il noto psicologo Paolo Crepet racconta nel suo ultimo lavoro letterario, “A una donna tradita”, opera che si colloca in una posizione intermedia tra il saggio e il romanzo, superando i confini di entrambe. Il volume è stato presentato a Perugia, nella sala della Vaccara di palazzo dei Priori, venerdì 9 gennaio, durante un incontro a cui hanno preso parte, insieme all’autore del libro, l’europarlamentare del Partito democratico, Catiuscia Marini, Wladimiro Boccali, assessore all’urbanistica del Comune di Perugia, e le giornaliste Vanna Ugolini e Donatella Miliani. La serata è stata anche un’occasione per discutere tematiche sociali di grande attualità, partendo dai tanti spunti di riflessione che il romanzo ha offerto. Il racconto racchiude in sé tante storie che si intrecciano e confluiscono in quella di una donna che tradisce, perché si sente tradita dalla vita e da tante delle persone che la circondano, il padre e la madre, ma anche la figlia, gli uomini, le idee in cui crede, i luoghi in cui ha vissuto. “Quella della protagonista – ha spiegato lo psichiatra - si rivela un’esistenza, che può somigliare a tante altre, circondata da persone e vite mediocri, ma che assume nel romanzo un valore universale e un esempio di vita per ogni lettore”. “A una donna tradita” è anche il viaggio dentro se stessa di una donna senza nome, senza tempo e senza luogo che è tante donne insieme, la madre, le amiche, la figlia. È il racconto dei tanti tradimenti che questa donna può contare nella sua esistenza a partire dal più grande, che tutti li riassume: quello verso di sé, nella convinzione che la solitudine e la sterilità dei sentimenti fossero la sua risposta alla vita e l'avrebbero protetta dal dolore. “Non credo di aver raccontato niente di così straordinario nel mio libro – ha spiegato Paolo Crepet -. Racconto di una famiglia senza amore, come tante ne esistono nella nostra società, in un mondo che tutti si sforzano di descrivere come gaudente e sensibile, ma che si rivela, mio avviso, piccolo e ipocrita per molti aspetti”. “Oggi ci piace ancora raccontarci che viviamo in una società in cui va tutto bene, in cui gli episodi di sangue e violenza che accadono sono solo l’errore di alcuni, di poche eccezioni, ma tutti sappiamo che non è così. Dovremmo essere più onesti e meno moralisti con noi stessi e con gli altri, capaci di ammettere che esistono cose assolutamente sbagliate e che vanno condannate. Essere onesti prima di tutto per non tradire noi stessi e poi per riuscire ad affermare dei valori in cui credere e da tramandare, questo è uno dei messaggi che cerco di trasmettere in questo libro”. “Paolo Crepet – ha spiegato Catiuscia Marini – è uno psichiatra di grande valore e un professionista con una grande esperienza in Italia e all’estero. Credo che per noi politici e amministratori un confronto con una persona che ci aiuta a riflettere sulle problematiche che coinvolgono le persone e la società in cui vivono sia essenziale”. “I politici lavorano con le città, nelle città sono in parte responsabili di quello che accade. Per questo ho pensato a una giornata in cui Crepet potesse incontrare i ragazzi delle scuole e le loro famiglie e che si concludesse con la presentazione del suo ultimo lavoro nel corso di uno stimolante confronto con noi e con il suo pubblico”. La presentazione del libro è stato l’incontro conclusivo di un’intera giornata che il noto psichiatra ha trascorso in Umbria: durante la mattinata di venerdì, infatti, Crepet aveva incontrato, sempre accompagnato dall’europarlamentare Catiuscia Marini, i genitori e gli studenti dell’istituto superiore di Umbertide, nell’ambito del progetto “Scuola per genitori”, di cui è direttore scientifico. Condividi