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NORCIA – “Il gobbo maledetto – Gramsci Antonio, matricola n. 474444, ovvero strana conversazione tra Rigoletto e Sparafucile”. L’opera teatrale, di Sergio Rossi, nata da un’idea di Roberto Biselli, con Giulio Stasi e Valerio Amoroso per la regia dello stesso Biselli, andrà in scena domani sera alle 21.15 al Teatro Civico di Norcia. Commissionata dall’assessorato alle attività culturali della Provincia di Perugia per il settantennale della morte di Antonio Gramsci, l’opera rappresenta il secondo appuntamento del progetto regionale “Spettacolo Umbria” che a Norcia ha riservato ben tre spettacoli, di cui “Papiers”, andato in scena lo scorso 10 novembre. L’azione scenica della proposta teatrale in programma per domani, curata dal Teatro di Sacco, si ambienta nella prigione di Turi, in Puglia, dove prendono corpo i dialoghi immaginari tra Gramsci e Cosimo, ipotetica guardia carceraria, e dove Gramsci resta per cinque anni dal 1928, prima di essere trasferito all’infermeria del carcere di Civitavecchia a causa delle sue gravi condizioni di salute. “L’idea – come si legge da una scheda dello spettacolo - è quella di rendere vivo, palpitante, umano il senso di isolamento a cui l’uomo e il pensiero di Gramsci furono costretti durante il carcere forzato. Così ci immaginiamo il nostro Gobbo maledetto....dall’espressione di scherno mussoliniana e da Rigoletto, offeso dalla natura e dagli uomini, ma non dagli dei, all’interno della sua cella nel carcere, dove comincia finalmente a poter scrivere e a organizzare la sue riflessioni, il suo pensiero, i suoi quaderni; ma ha ben pochi interlocutori con cui confrontarsi, i compagni di cella che malamente lo capiscono e lo seguono, se non fitta corrispondenza fatta oggetto di pesanti censure. Ed è allora che nasce un singolare rapporto con Cosimo, un vero figlio del Sud e della fame, passato di grado perché entrato nell’apparato, con il quale giorno dopo giorno nasce un singolare rapporto, superata una prima diffidenza verso questo deforme tanto pericoloso. E il rapporto diviene più confidente nei momenti di incontri, il pasto in cella senza gli altri detenuti, ogni necessità che la vita carceraria presupponeva, le ore d’aria, lo scambio umano e intellettuale diviene sentire più intenso: di Cosimo, da Gramsci affettuosamente soprannominato ‘Sparafucile’ per la sua passione per la caccia, e a cui racconta anche la storia del Rigoletto di Verdi, che lo commuove molto, diviene amico, confidente, fratello maggiore, precettore, maestro. Un violino, ogni tanto, suonato dalla musicista Katia Ghigi, interviene leggero e penetrante, dolce e furioso, segno forte di Giulia, questa moglie russa così presente nel cuore di Gramsci e allo stesso tempo lontana, come tutti, come il suo perenne isolamento lo condannerà ad essere per tutta la vita. Giulia e il suo violino, come una figura che non lo abbandonerà mai, ma quasi una trepida apparenza della vita che gli è stata metodicamente strappata”. Il prossimo appuntamento a Norcia con “Spettacolo Umbria” è stato fissato per il 22 dicembre. Di scena sarà la danza contemporanea “Piotr e le stelle di Tut” con la compagnia teatrale “Déjà donné” Condividi