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di Nicola Bossi Il panettone e la scissione. Dentro Rifondazione Comunista i sentimenti sono contrastanti: li ha ben raccolti il Giornale dell'Umbria a firma di Burattini. La voglia di andarsene del presidente del consiglio Mauro Tippolotti è tanta. Non ci si ritrova in un partito che ha deciso di sporcarsi le mani di farina, di rifiuti e di grasso di fabbrica per ritornare, come dice Ferrero, ad avere un'utilità per la gente che vuole rappresentare. Non ci si ritrova in un partito di mobilità militante, dopo aver ascoltato per anni le belle favole sociali e intellettuali di Fausto Bertinotti che portavano consenso e salotti. Lo aveva ribadito ad Umbrialeft, dopo un feroce scontro con il sottoscritto sulla linea del giornale on-line della sinistra. "Io oggi credo - spiegò - soltanto nel progetto di una sinistra unità, ampia e che sappia incidere nei governi. Io stavo in Rifondazione perchè mi dava l'opportunità di poter far politica. Oggi le cose sono diverse". Ha anche ammesso - e questo Mauro non lo puoi smentire eravamo nel tuo studio... - che aveva addirittura ricevuto un invito per entrare nel Pd rimandendo così sulla cresta dell'onda della politica regionale. "Ma io ho detto quello non era il mio progetto. Ho sessant'anni posso decidere del mio futuro". Ma una scissione non serve né a Tippolotti né a Rifondazione: e neanche al progetto della sinistra unita. Vuol dire frammentarsi, odiarsi e sparire. E contro gli sciossinisti c'è un cattivo presagio: Rifondazione è sopravvissuta ai Comunisti Unitari, al Pdci e a Ferrando. Tranne Diliberto nessuno ha più inciso sulla vita degli italiani. Ps: il consigliere regionale Lupini da Gubbio oggi sarà in colloquio con il sindaco Orfeo Goracci. Dovrà spiegare come vuole utilizzare quei voti affidategli dal circolo del Prc e dal sindaco per un mandato diverso da quello che sta attuando. Già una volta un lupo è stato riportato alla ragione a Gubbio. E quella volta era un "signore lupo" e non onesto professore. Condividi