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ROMA - Aumento del prelievo di acqua per uso idropotabile e agricolo dall’invaso di Montedoglio, diminuzione del rischio di esondazione, garanzia di un minimo vitale per la portata idrica del fiume Tevere e recupero del livello del lago Trasimeno. È quanto stabilisce il Protocollo d’Intesa firmato questa mattina a Roma, nella sede della Conferenza delle Regioni, dai presidenti Claudio Martini, per la Regione Toscana, e Maria Rita Lorenzetti, per la Regione Umbria. “L’accordo è la concretizzazione della soluzione che serviva ad entrambe le Regioni – ha affermato la presidente Lorenzetti - e inoltre la prova di una buona pratica di cooperazione interregionale. Per noi avrà effetti positivi non soltanto per la nostra agricoltura, ma soprattutto per il rifornimento e il sostegno alla rete degli acquedotti. Ma soprattutto potremo meglio gestire sia la portata del fiume Tevere, evitando per quanto possibile rischi di esondazione, e contribuire all’incremento del livello del lago Trasimeno. Grazie a questo accordo, inoltre, si avranno anche effetti positivi sui costi della risorsa che porterà ad una riduzione delle tariffe a carico dei cittadini”. L’invaso di Montedoglio si trova sul fiume Tevere, è situato in provincia di Arezzo al confine con l’Umbria e ha una capacità di circa 150 milioni di metri cubi, di cui circa 100 utilizzabili. L’accordo coinvolge anche l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere e quella del Fiume Arno, che hanno definito un percorso che prevede il monitoraggio degli effetti del Protocollo e attività di studio e ricerca sul territorio per arrivare ad una pianificazione ottimale della risorsa idrica. Dei 43 milioni annui di metri cubi previsti dall’intesa per la Toscana, 18 saranno destinati ad uso irriguo e quasi 25 ad uso idropotabile. All’Umbria andranno oltre 34 milioni di metri cubi, 12 per uso idropotabile e 22,7 per uso irriguo. Il protocollo prevede inoltre che venga elevato fino a circa 20 milioni di metri cubi (rispetto a 14,5 attuali) il volume dell’invaso libero e pronto ad accogliere eventuali onde di piena del Tevere, così da salvaguardare le zone a valle dal rischio di esondazione. Condividi