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di Nicola Bossi C'è il sospetto che lungo la tratta Ancona-Perugia-Campania transitino dei rifiuti tossici provenienti dal porto della città marchigiana dopo che sono stati scaricati dalle stive di navi estere. C'è il sospetto a tal punto che nelle Marche ci sono due procedimenti aperti e che diverse associazioni ambientaliste hanno presentato dei testi ben articolari alla magistratura. Tonnellate di rifiuti tossici o al quanto nocivi che ad un bel punto del loro tragitto spariscono. Non si hanno più le tracce. Non si sa se vengono scaricati da qualche parte. Magari insabbiati, senza trattamenti necessari. Tonnellate di rifiuti che fanno gola a molti perchè lo smaltimento può diventare un business se si trova il modo di risparmiarci su alla faccia della salute e dell'ambiente. La Camorra è ben ramificata lungo questa rotta dei rifiuti che spariscono (Ancona-Perugia-Sud....). Saprebbe bene come piazzare e sparire i rifiuti. I magistrati della Procura di Ancona indagano. Ed hanno anche un sospetto che questi rifiuti tossici possano essere rivenduti sotto-banco a chi gestisce inceneritori. E fatti bruciare come normali residui innocui. Questa non è una storiella ambientalista. Questa è la pista su cui indagano magistrati e Polizia di Stato. Questo il businness della Camorra che tutti i dossier anti-mafia parlano di un forte radicamento in Umbria e nelle Marche attraverso società finte ma con la faccia pulita. E per questo che appare strano il silenzio della Regione Umbria, dei sindacati e della Gesenu su la necessità di maggiori controlli e maggiore attenzione prima di attivare un inceneritore. Le stesse parti in causa sono silenti anche sulla richiesta del Prc di una commissione anti-mafia in Umbria. Mafia e rifiuti vanno di pari passo. Non solo in Campania ma in tante parti del centro e del Nord del Paese. Condividi