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Quanta fretta. Dopo l'amministrazione comunale di Perugia e il piano studiato ad hoc in regione - passato da base regionale su quello provinciale -, super sponsor dell'inceneritore da realizzare nel capoluogo, ci si mettono anche i sindacati: Cisl, Cgil e UIl. Dopo aver speso il compitino: l'Umbria è passata da 372mila tonnelate a 552mila tonnellate di rifiuti...a fronte di una differenziata del 29 per cento....lontana anni luce da quel 65 per cento che si vuole raggiungere. Ecco che è necessario prima di ogni cosa l'inceneritore. Auspicano strutture a basso impatto ambientale e sulla salute delle persone. Ma quello che inquieta di questo appiattimento del sindacato ai cementieri e agli amministratori perugini, è che non hanno una proposta i sindacati. Non conoscono gli impianti tranne gli inceneritori. Non conoscono sistemi di raccolta differenziata. E soprattutto non chiedono neanche degli sgravi seri su chi differenzia delle famiglie di lavoratori. Inceneritore sì, il resto bò. Neanche un parola sulla proposta di Rifondazione comunista che prevede un codice a barre sui sacchi affidati alle famiglie per la differenziata: il codice dice chi sei, quanto differenzi e quando sconto ai diritto sulla tariffa. Modello lettore del super-mercato. Ma Rifondazione dice di più: chi controlla la differenziata non deve essere lo stesso di quello che brucia. Le tentazioni di bruciare di più possono essere alte. Condividi