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di Nicola Bossi Un provvedimento storico anche per i consumatori e per i produttori umbri di olio: è questo il commento della Coldiretti Umbria, riguardo l’entrata in vigore domani 17 gennaio 2008 del decreto salva olio di oliva italiano, per garantire la provenienza nazionale dell’extravergine in commercio ed impedire di “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, come è avvenuto fino ad ora senza alcuna informazione per i consumatori. Coldiretti, che ha fortemente sostenuto con la mobilitazione il provvedimento, rende noto che è scaduto il termine di novanta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale N. 243 del 18 ottobre del Decreto recante “Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell’etichetta dell’olio vergine ed extravergine” previsto per l’entrata in vigore. Occorre attivare i controlli negli stabilimenti per assicurare che tutti gli oli etichettati, d’ora in poi, rispettino le condizioni fissate dal Decreto che - sottolinea Coldiretti - prevede che sulle confezioni di vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l’olio, mentre se le olive sono state prodotte in più paesi, questi andranno tutti indicati in ordine di quantità decrescente, con la possibilità di multe fino a 9.500 euro per i trasgressori di ogni singola violazione. Di fatto, fino ad ora, quasi la metà dell’olio “italiano” venduto sul territorio nazionale - spiega Coldiretti - è spremuto da olive di cui non si conosce la provenienza che, grazie al provvedimento, dovrà invece essere indicata in etichetta per fare finalmente chiarezza per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. La norma per l’indicazione di origine in etichetta - ribadisce Coldiretti - consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare l’olivicoltura umbra, evitando tutte quelle situazioni che tolgono spazio di mercato alla produzione regionale, sfruttando l’immagine positiva di territori e di stili ineguagliabili, a vantaggio di alimenti che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo agricolo nostrano. Un territorio quello umbro, che può vantare in questo comparto numerose eccellenze, apprezzate a livello nazionale e internazionale, con produzioni di alta qualità da tutelare dalle imitazioni sleali. Coldiretti Umbria, proprio a sostegno dell’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dell’olio di oliva, aveva lanciato con successo nei mesi scorsi, su tutto il territorio regionale, una raccolta di firme dei cittadini-consumatori, con positivi riscontri anche a livello istituzionale, con l’adozione di apposite delibere di adesione all’iniziativa. L’OLIO IN UMBRIA In Umbria si trovano quasi 7 milioni di piante di olivo che coprono oltre 27.000 ettari e permettono di produrre mediamente circa 90.000 quintali di olio l’anno. Gli olivi sono per la maggior parte di varietà Moraiolo, Leccino, Frantoio, con presenze in particolari areali della regione, di Agogia, Pendolino, San Felice e Nostrale di Rigali. La D.O.P. dell’olio extravergine di oliva umbro, istituita nel 1997, è l’unica denominazione italiana estesa all’intero territorio regionale, che è stato suddiviso in cinque sottozone (Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani). Fonte: Elaborazioni Coldiretti Condividi