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Notizie di stampa riferiscono della scelta del Partito democratico di voler procedere ad una modifica dello Statuto regionale per portare il numero dei consiglieri regionali da 36 a 30. Rifondazione comunista dell’Umbria ribadisce netta contrarietà a questo indirizzo perché si tratta di un passo deciso verso la riduzione della rappresentanza sociale e del pluralismo politico e culturale della nostra regione, nonché verso l’estromissione in via definitiva dal Consiglio regionale di rappresentanti di alcuni territori e importanti città dell’Umbria. La filosofia che sta dietro alla proposta del Pd, mascherata ingannevolmente dall’esigenza di contenere i costi della politica, è quella di introdurre in Umbria un sistema bipartitico, imperniato sulle due sole forze Pd e Pdl. Realizzato questo obiettivo, la legittimazione del sistema si fonderà solamente sulla competizione tra chi meglio rappresenterà i poteri forti umbri. È vano specificare che il rapporto con Confindustria, ed in particolare con i rappresentanti delle “tre c” (cavatori, cementieri, costruttori, assumerà una valenza fondamentale. Già adesso i protagonisti del ciclo del mattone rappresentano una parte notevole, anzi sovrabbondante, della struttura produttiva regionale (determinano il 10% del valore aggiunto, contro una media del 5% nel Centro-nord) e riescono a condizionare gli indirizzi delle politiche di sviluppo. Possiamo immaginare il potere che avrebbero con il bipartitismo che vogliono Pd e Pdl e la difficoltà che avrebbe l’Umbria nel modificare il proprio modello di sviluppo a favore della impresa di qualità, quella che sa innovare e investire nella ricerca. La riduzione della spesa per la politica, dunque, non centra nulla con la proposta di riduzione del numero dei consiglieri a 30 e viene sbandierata solo demagogicamente. Il modo per farlo veramente è quello di diminuire del 50 per cento le indennità dei consiglieri regionali, di ridurre della metà le consulenze cui ricorre la Giunta regionale, e di ridurre drasticamente le indennità dei presidenti e dei componenti dei consigli di amministrazione degli enti cui partecipa la Regione Umbria. Per questo Rifondazione comunista presenterà due proposte di legge finalizzate alla riduzione delle indennità dei consiglierei regionali e al contenimento delle spese per i presidenti e i rappresentanti che la Regione nomina negli enti di secondo livello. Il Partito democratico, infine, farebbe bene ad occuparsi dei problemi veri che interessano la nostra regione. A tal fine il Prc torna a chiedere la convocazione della coalizione regionale per definire un accordo politico e programmatico con il quale affrontare la tornata delle amministrative e per determinare le linee di un progetto che consenta all’Umbria un vero cambio nel modello di sviluppo, in modo da renderla capace di reggere all’impatto del federalismo fiscale e della crisi economica e produttiva che si abbatterà sul nostro sistema economico regionale. Stefano Vinti Presidente gruppo regionale Prc Condividi