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di Daniele Bovi Tutto sommato, poteva pure andare peggio. Guardando i dati che vengono dall’Abruzzo infatti, il risultato della cosiddetta sinistra radicale, specialmente se si prende a riferimento la Caporetto dell’Arcobaleno, non è da buttare. Con un’affluenza dell’81 per cento l’Arcobaleno raccolse, nel 2008, in termini assoluti, 26248 voti. Ora Prc, Pdci, Ferrando e La Sinistra hanno totalizzato 37444 voti, con un’affluenza da record, in senso negativo, che si è fermata al 53,3 per cento. Insomma, la sinistra a sinistra del Pd c’è. Così, nelle dichiarazioni post-voto, scatta subito la voglia di unità. Quella voglia di unità che, insieme alle scissioni, sono il pane quotidiano con cui da decenni il militante di sinistra si nutre. Un colpo lo batte così il redivivo Oliviero Diliberto, “forte” del suo 1,73 per cento raccolto nella terra di D’Annunzio. Dopo io complimenti di rito per il lavoro svolto dalla dirigenza del suo partito, Oliviero si lancia in profferte d’amore per il Prc: “Il Pdci in Abruzzo tiene. Al contrario di altri a sinistra che arretrano rovinosamente. Complimenti al gruppo dirigente del partito in Abruzzo per il buon lavoro svolto in condizioni difficili e per aver saputo ottenere un risultato che conferma un nostro consigliere. Pagano la riconoscibilità e le alleanze. Ora è necessaria la riunificazione fra noi e il Prc per creare una sola forza Comunista. Meno piccola. Il disastro del Pd, consegna l'Abruzzo alla destra e regala enormi consensi all'Italia dei Valori. E’, quello del Partito Democratico, un gruppo dirigente irresponsabile. Quanto a lungo farà danni al Paese? Il guaio è che se continuano – conclude Diliberto -, i danni rischiano di essere irreparabili”. Soddisfatta anche Grazia Francescato dei Verdi, che insieme a Sd hanno messo insieme il 2,2 per cento: “Nel crollo annunciato che ha penalizzato soprattutto pezzi di classe politica coinvolta negli scandali che negli ultimi mesi hanno stravolto l'Abruzzo risalta come un segnale di speranza per il futuro il buon risultato della lista la Sinistra (Verdi, Sinistra Democratica) e la riconferma del consigliere regionale verde Walter Caporale che saprà rappresentare a pieno entrambe le forze politiche”. E se il segretario del Prc Ferrero questa mattina ha parlato di un buon risultato, di una sinistra che raccoglie più divisa che unita, all’opposto la vedono Migliore e Vendola che, per la cronaca, appartengono per ora allo stesso partito di Ferrero, anche se non sembra proprio più: “Basta col tormentone di Liberazione. La Direzione di Rifondazione deve riunirsi immediatamente ma per discutere del disastro elettorale che ha coinvolto l'intero centrosinistra in Abruzzo, non certo del direttore di Liberazione”. Di più: “Una sinistra frammentata e divisa non riesce invece a risollevarsi nonostante l'assenza del tema, in Aprile letale, del voto utile. E' incredibile - prosegue Migliore - che il segretario del Prc Ferrero dichiari che la sinistra divisa prende più voti. I dati dicono che nessuna tra le forze della sinistra arriva neppure al 3%, ma il conto è ancor più negativo se si guardano i voti assoluti e non le percentuali dovute all'impennata dell'astensionismo. Il Prc ha perso seccamente migliaia e migliaia di voti. Ciò significa che non ha saputo porsi come credibile alternativa né dal punto di vista politico né dal punto di vista morale”. Nichi Vendola invece, dopo aver sostenuto a ragione che il partito che ha vinto è quello dell’astensione, va oltre: “Non c'è cavalcata invincibile della destra, c'è la devastante rassegnazione del popolo di centrosinistra. Certo, da un lato c'è un Pd incolore, avvitato nelle sue fibrillazioni interne, dall'altra una sinistra radicale frammentata e politicamente inefficace, entrambi straordinari donatori di sangue nei confronti di Di Pietro”. Di certo, alla frammentazione non gioverebbe la ventilata scissione dei vendoliani. Il militante di questo pane ne ha mangiato già parecchio, magari ora vorrebbe un po’ di companatico. Condividi