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In uno dei momenti più difficili per le famiglie e lavoratori della regione e di Perugia dal dopoguerra ad oggi, con migliaia di lavoratori a rischio di perdere il lavoro, con il carovita che corre a velocità dopia rispetto a stipendi e pensioni, con situazioni di precariato dove il lavoratore è privo di qualsiasi paracadute esistenziale, è veramente difficile comprendere la corsa alla candidatura di primo cittadino a Perugia che all'interno della forza di maghgioranza del comune sta prendendo corpo quasi con pretesa se non di arroganza attraverso autocandidature prive di alcun progetto politico-programmatico, per ridare slancio ad una città sino ad oggi sacrificata al mattone, moralmente per i fatti accaduti sotto ogni profilo, sia della vita pubblica quanto di quella amministrativa (vedi il caso appaltopoli) che non ha certo brillato. E' dunque opportuno che quanti impegnati nelle forze democratiche ad assumere la guida della città, siano innanzitutto in grado di presentare un progetto di governo di forte spessore, con al centro le questioni del lavoro, dei servizi, della casa, e risposte alle nuove emergenze che Perugia e dintorni presentano. L'Unione Inquilini pertanto non può che sostenere questa tesi che aree democratiche sostengono, un passo indietro dell'autocandidato dunque appare opportuno. Condividi