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di Isabella Rossi Metti una sera cinque scrittori intorno ad un tema, aggiungi un'esperta intervistatrice, luci basse, divani comodi e un pubblico entusiasta fino ad esaurimento posti, e lo spettacolo può iniziare. In principio era una commissione. Un lavoro a richiesta che ha coinvolto 4 rodate penne, che in tutto fanno cinque affermati scrittori: Michael Gregorio, Massimo Carlotto, Giampiero Rigosi e Grazia Verasani. Dato il genere, massima libertà su tempo, intreccio e protagonisti. Per loro un unico vincolo: il luogo. E'così che ieri sera Perugia è uscita dal pestaggio mediatico, a cui è stata sottoposta nell'ultimo anno attraverso la spettacolarizzazione del caso riguardante la giovane studentessa uccisa, per entrare in una dimensione che i perugini e i tanti fan della città dovrebbero sentire molto più vicina: quella letteraria. Sulle tracce dell'assassino Perugia si è aperta questa volta con i suoi vicoli medioevali, con un panorama mozzaffiato dal campanile del Duomo, con le scalette di S. Ercolano, la Terrazza e tanti altri scorci appena sfiorati nei quattro racconti brevi. E di fronte a tanta meraviglia lo stupore ha voluto confrontarsi, ancora una volta, con quella immagine della casetta di Meredith, che da sola è stata in grado di negare tutto il resto. Giampiero Rigosi fa notare che in città è difficile non parlare del caso in questione quando piazza Matteotti è invasa dai furgoni delle Tv che seguono le udienze del processo, ma "la città ha subito una violenza e la rielabora, parlandone, scrivendone". Anche secondo Michael Jacob un modo per metabolizzare è parlarne. Ma Massimo Carlotto commenta: "Trovo incredibile che un caso del genere sia la prima notizia del telegiornale. Con questo meccanismo il paese ha perduto il rispetto per la verità." Di certo, commenta Giovanna Zucconi, "la percezione della sicurezza viene molto influenzata dal mezzo televisivo." Il talk show scorre piacevolmente, guidato dalle domande della giornalista, fra considerazioni a margine, puntualizzazioni necessarie e simpatici siparietti dei coniugi Daniela di Gregorio e Michael Jacob che, con lo pseudonimo Michael Gregorio, firmano da anni gialli di successo ambientati nel XIX secolo. E' verso la fine che un'affermazione dello scrittore di noir, Massimo Carlotto, provoca uno scoppio d'ilarità in sala, "a Perugia se arrivasse un killer prenderebbe sicuramente il minimetrò." L'evento ospitato dal Teatro Pavone è stato ideato dall'Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Perugia. Condividi