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Con un ODG votato in data 12 novembre 2008 a larga maggioranza, la Provincia di Perugia chiede di …“individuare un progetto alternativo per il passaggio del metanodotto lungo il territorio nazionale, tenendo in debito conto tutte le ipotesi”… e ancora …“Nella zona appenninica il metanodotto verrebbe ad insistere pesantemente su un ambiente contraddistinto dalla presenza di frane attive non censite, di terreni fragili, aree rocciose, pendenze pericolose, corsi d'acqua, flora e fauna selvatiche, nonché di pregevoli siti collegati alla rete europea Natura 2000. I danni apportati dalla realizzazione dell'infrastruttura sarebbero irreversibili, a partire da quelli derivanti dagli enormi sbancamenti di crinali e fondovalle e dalla costruzione, in aree fino ad oggi occupate da sentieri escursionistici o da vegetazione, di una fitta rete di strade necessarie a portare sul posto i macchinari” Da tutto ciò è scaturito l’ordine del giorno per “ribadire, in tutte le sedi istituzionali, la validità del parere negativo in merito all'opera formulato dalla Provincia; intervenire presso la Regione per ottenere, alla luce di due vincolanti pareri negativi, la verifica della validità della Valutazione di Impatto Ambientale concessa e l'avvio della Valutazione Ambientale Strategica di ambito pubblico, considerato che in essa la valutazione dell'aspetto ambientale di un'opera è correlata alla valutazione di tutte le ricadute socio-economiche; per impegnarsi assieme agli enti ed ai soggetti interessati, affinchè si individui un progetto alternativo”… Intanto, l’Onorevole Massimo Vannucci (PD) ha depositato un’interrogazione alla Camera dei Deputati. Nell’interrogazione l’On. si fa portavoce delle preoccupazioni delle popolazioni delle aree appenniniche che temono l’ennesima espropriazione dei propri beni, ma stavolta all’ennesima potenza, con lo stravolgimento del territorio e danni ambientali irreversibili, con relative ricadute negative sul turismo rurale e ambientale, che sta attualmente conoscendo un costante sviluppo, in controtendenza con i dati inerenti gli altri comparti turistici classici. Al comitato No Tubo, una rete di persone e associazioni estesa su Marche e Umbria lungo il tracciato del gasdotto, ricordano che la proposta è passata sulla testa della gente, dato che ancora adesso vi sono dei cittadini residenti nelle aree interessate che non sanno cosa sta per capitargli. E le direttive europee dicono chiaramente che non basta pubblicare annunci su qualche quotidiano per ritenere di aver informato i cittadini. L’Europa parla di partecipazione, mentre in questo caso ci si appresta a realizzare quello che da molti è ritenuto un “progetto contro”; contro i cittadini. Ricordiamo che in settembre, contro il parere unanime del Consiglio regionale delle Marche, il Dirigente del servizio ambiente della Regione aveva emesso un parere favorevole al progetto, generando un autentico e spettacolare paradosso, nel quale i dipendenti della Regione agiscono in modo autonomo, prescindendo dalla politica e addirittura sostituendosi ad essa. Contro questo parere, il Comitato No Tubo, assieme ai cittadini e ass.ni ambientaliste, ha depositato un ricorso al TAR delle Marche. Insomma, i cittadini contro la Regione, o forse contro alcuni pezzi della Regione. Ora ci si chiede se, per caso, qualcuno tra i pur numerosi consiglieri e assessori della regione non colga il paradosso e non decida di prendere ad esempio l’onorevole Vannucci, e di muoversi a difesa dei cittadini e dei loro legittimi interessi e preoccupazioni. Condividi