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Circa 6mila lavoratori coinvolti tra cassa integrazione, mobilità e contratti di solidarietà. Sarebbe già allarmante se questo quadro della crisi occupazionale che sta colpendo sempre più pesantemente l'Umbria fosse esaustivo, ma purtroppo non lo è, visto che le rilevazioni effettuate dalla Cgil dell'Umbria, per quanto fortemente indicative della situazione reale, non possono certo coprire l'intero panorama occupazionale umbro. E allora le cifre che si possono ipotizzare sono ancora più inquietanti: 10mila, forse di più, in cassa integrazione, altre centinaia se non migliaia in mobilità, senza considerare chi può ancora ricorrere allo strumento delle ferie forzate (che oggi interessa 3-4mila lavoratori della piccola impresa e delle manutenzioni), ma presto non sarà più in grado di farlo. E' in questa situazione senza precedenti dal dopoguerra ad oggi che la Cgil dell'Umbria si prepara allo sciopero generale di venerdì 12 dicembre e alle manifestazioni che si terranno a Perugia e Terni, rispettivamente in piazza Partigiani (concentramento ore 9.30, corteo ore 10.00, comizio in Piazza IV Novembre ore 11.00) e in Piazza Valnerina (concentramento ore 10.00, corteo ore 10.30, comizio ore 11.30). Una mobilitazione che, come ha spiegato stamattina il segretario generale della Cgil Umbria Manlio Mariotti, “vuole soprattutto scuotere le coscienze, perché a noi sembra che non ci sia la giusta consapevolezza dell'entità dello tsunami che sta colpendo il Paese”. I dati raccolti dalla Cgil dell'Umbria attraverso la sua rete di delegati di base e presentati stamattina dal segretario regionale Sandro Piermatti, indicano infatti un'accelerazione drammatica della crisi. “Nella nostra prima rilevazione, fatta 2 mesi fa - ha spiegato Piermatti – avevamo contato circa 1.500 lavoratori interessati dalla cassa integrazione. Oggi siamo a 5.500, a cui si aggiungono 272 lavoratori entrati in mobilità nelle ultime settimane e 100 contratti di solidarietà (accordi di riduzione dell'orario di lavoro e della retribuzione fatti per evitare il ricorso a cassa integrazione o mobilità, ndr)”. Per di più, la crisi sembra coinvolgere tutti i settori produttivi, compresi quelli che fino a pochi mesi fa venivano considerati in salute o addirittura trainanti per la nostra economia. E' il caso dell'edilizia, settore in continua crescita da 12 anni, ma oggi in chiara difficoltà, o della cooperazione sociale che attualmente occupa in Umbria più di 6mila lavoratori, ma che con i tagli del Governo (20 milioni di euro per l'Umbria nel 2009) è destinata ad un allarmante ridimensionamento (almeno 500 i posti di lavoro a rischio). E ancora, è il caso del commercio, che, visto l'attuale andamento delle vendite, vivrà quasi certamente nei primi mesi del 2009 un periodo di forte riduzione del personale occupato. “Di fronte a questa situazione, tra l'altro realisticamente destinata a peggiorare, i provvedimenti del Governo appaiono chiaramente inadeguati e talvolta persino iniqui – ha ribadito Mariotti nel corso della conferenza stampa – pertanto è naturale e giusto confermare il nostro sciopero generale. Le preoccupazioni dei lavoratori che rileviamo nelle centinaia di assemblee che stiamo svolgendo in questi giorni ne sono testimonianza e conferma”. Condividi