Flamini.jpg
di Daniele Bovi “La crisi non è solo finanziaria ma investe l'economia reale. E di fronte a questa situazione governo e Confindustria rispondono con misure antipopolari, trovando soldi per i banchieri ma non per i lavoratori”. E' questo il quadro della situazione secondo Enrico Flamini, segretario provinciale della federazione perugina del Prc, intervenuto questa mattina insieme al consigliere provinciale Luca Baldelli e al capogruppo del Prc in Provincia De Prisco, alla conferenza stampa con cui Rifondazione ribadisce la sua adesione allo sciopero organizzato dalla Cgil per venerdì. “E' – prosegue Flamini – un momento drammatico per tutto il territorio provinciale. Emblematico il caso della Merloni. Sul piano regionale dalla Cgil è arrivato poi un vero e proprio grido di dolore: entro la fine dell'anno rischiano il posto quasi 14mila persone. Contro tutto questo il gruppo consiliare sarà presente insieme al partito alla manifestazione di venerdì. Aggrediamo tutti insieme le difficoltà reali presenti sul territorio, anche riattivando il tavolo interistituzionale contro il carovita”. E proprio su questo ultimo punto, insieme al rinnovato impegno in favore dei gruppi di acquisto popolare, si concentra l'attenzione di De Prisco: “Questo argomento – dice il capogruppo – sembra scomparso, pur nella situazione drammatica in cui ci troviamo. E l'unica misura a cui il governo ha dato vita è quella della social card. Che è una misura ridicola. Gli interventi su salari e pensioni dovevano essere ben più consistenti. Di fronte a questa situazione abbiamo deciso di non stare zitti, anche attraverso la ripresentazione di un ordine del giorno che chiede al consiglio e al presidente Cozzari la riapertura del tavolo regionale contro il carovita, così da riportare questo tema al centro dell'attenzione”. Ma il tavolo non è l'unica misura chiesta da Rifondazione: decisivi secondo il partito sono gli interventi a favore di salari e pensioni, che si chiamino scala mobile o meno: “Chiediamo – continua De Prisco – l'istituzione di una nuova scala mobile: in cinque anni il reddito dei lavoratori è sceso del 17 per cento, mentre quello di altre categorie è aumentato. Studiamo dei meccanismi automatici, che si chiamino o meno scala mobile, che tengano al riparo dal carovita stipendi, salari e pensioni. Speriamo – conclude De Prisco – che il malumore popolare dia vita ad un piccolo 'incendio'”. Condividi