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La ThyssenKrupp avrebbe ordinato a un tecnico di sostituire gli estintori dello stabilimento torinese subito dopo il rogo e la strage di operai. Lo rivela "La Stampa". Gli estintori, secondo la testimonianza dell'unico superstite dalle fiamme, erano finiti sotto accusa perché difettosi. Il fatto è avvenuto prima del sequestro dell'impianto da parte della magistratura. Il tecnico, confermato l'episodio, non è stato indagato. L'incaricato della ditta riparatrice, giorno dopo giorno, avrebbe sostituito tutti gli estintori tranne i 32 della linea 5, quella dove è scoppiato l'incendio in cui sono morti i sette operai. Il tecnico,quando si presentò ai cancelli della Thyssen, venne allontanato in malo modo dagli altri operai, ancora sconvolti per la perdita dei colleghi. I magistrati, oltre a sentire il tecnico che ha confermato tutta la vicenda, hanno sequestrato una dettagliata relazione sugli estintori funzionanti o difettosi. I tabulati telefonici confermerebbero quanto raccontato dall'uomo. A gettare altre ombre sull'azienda tedesca, dopo la scoperta di una nota riservata scritta dai manager, ci sarebbe anche una segnalazione di una modifica agli impianti di spegnimento per una spesa non eccessiva, segnalazione mai tenuta in conto dai vertici. Lo rivela, secondo quanto riporta il quotidiano torinese, Bruno Tibaldi, vicepresidente della commissione del Senato sugli infortuni del lavoro. Condividi