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di Nicola Bossi Prima o poi ci sarà un emergenza rifiuti anche in Umbria. Prima o poi: certo non sarà come quella campana ma potrebbe materializzarsi da un minuto all'altro. Se Terni fermerà il suo ultimo inceneritore in vigore allora la coperta della strategia per la raccolta dei rifiuti sarà troppo corto. Anche perchè manca all'appello n Piano dei Rifiuti regionale. L'assessore Bottini assicura di averlo quasi terminato. Ma l'ultimo ad averlo messo dentro è stato l'assesore Danilo Monelli. E' stato mai attuato. C'è chi dice di sì chi dice di no. In verita è servito soltanto per impegnare della carta e dei convegni. Eppure quel piano aveva una sua filosofia e una sua strategia che poteva dire la suaper la riuscita del progetto regionale. Punto prima: aveva previsto solo due discariche Orvieto e Città di Castello, il potenziamento di un inceneritore a Terni, togliendone così due, e a Perugia e a Foligno la realizzazione e selezione di rifiuti da trasformare in Cdr da bruciare. Poteva reggere. Ma qualcosa non ha funzionato. E così siamo ancora con molte discariche aperte, senza bruciatori e molte idee confuse per la verità. Quello che serve per poter generare una piccola crisi dei rifiuti nel giro di tre anni se non si prenderanno provvedimento. C'è anche un piccolo mistero sulla raccoltà differenziata a Perugia e nei grandi centri dell'umbria. Da un po' di tempo nessuno ne parla o dà dati come in passato tutto tace. Non si parla di strategie per incrementare quel dato del 35 per cento di rifiuti riciclati e nessuno ha mai speso una parola su un progetto lanciato dal Pdci qualche anno fa: il parco della rivalorizzazione. Eppure qualche passo in avanti si potrebbe fare. L'Umbria che purtroppo è terra di acque minerali potrebbe aprire una discussione con questi colossi rintroducendo la cauzione sulle bottiglie di vetro (20 centesimi) e su quelle di plastica (5 centesimi), la parte pubblica metterebbe a disposizione un fondo per pubblicizzare la buona azione delle società, consigliandole al grande pubblico in quando utilità sociale. La plastica è il problema maggiore del riciclaggio. Accordo con le aziende alimentari a rendere essenziale al massimo l'imballaggio di alimenti prodotti in umbria. E una campagna contro i prodotti usa e getto che nascono già come rifiuti. Tavolo di trattative con i grandi centri commerciali per una smaltimento dei rifiuti selezionato: plastica, carta e alimentari Per quanto riguarda i cittadini: scegliere due-tre grandi quartieri per la raccolta porta a porta dei rifiuti selezionati dalle famiglie. Raccolta a mano due volte a settimana e in collaborazione con la protezione civile e le associazioni ambientali. Chi per tre volte di seguito fallisce la raccolta differenziata multa direttamente in bolletta. Chi invece per tutto l'anno non fallisce un colpo: dimezzata l'ultima rata sulla nettezza urbana. Un lavoro difficile ma possibile grazie a volontari, tecnici e sacchetti con un numero che rispondono ad una famiglia bene precisa. Condividi