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“Quello che fa più impressione in questa vicenda, oltre agli aspetti strettamente giudiziari rispetto ai quali è giusto avere un atteggiamento di cautela per rispetto delle persone coinvolte, è la comunicazione ai trentadue operai dell’inceneritore ASM di Terni di recarsi entro due giorni presso uno studio medico per accertamenti radiologici- dichiara la Presidente regionale dei Verdi Maria Giovanna Fiorelli-. La presenza di rifiuti radioattivi all’interno dell’impianto, che sta alla base del provvedimento della Procura della Repubblica, è stata verificata fin dal 2002 e nel corso degli anni si è ripetuta sottoponendo i lavoratori a rischi gravi per la loro salute. L’accusa di disastro ambientale è particolarmente grave in quanto l’autorità giudiziaria ha verificato l’emissione in atmosfera di sostanze inquinanti con la presenza di diossina e acido cloridrico, l’immissione nel fiume Nera attraverso le acque reflue di metalli pesanti al di sopra dei limiti di legge e la contaminazione del terreno di stoccaggio di contenitori di rifiuti in un’area priva delle necessarie impermeabilizzazioni. Questo è il quadro che ci troviamo davanti rispetto al quale la prima considerazione da fare come Verdi è che la gestione dell’impianto è stata fatta in modo inaccettabile sia sotto il profilo tecnico organizzativo che sotto quello della sicurezza. Ma l’aspetto più evidente - continua Maria Giovanna Fiorelli- è il fallimento di una politica di gestione del ciclo dei rifiuti in cui la cosiddetta termovalorizzazione è l’elemento centrale in cui prevale l’aspetto economico, e perché no, speculativo, che rende non vantaggiosa una seria raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti a monte. Altrimenti non potremmo spiegarci le dichiarazioni della scorsa settimana del Sindaco Raffaelli in merito alla sua intenzione di farsi portavoce nella Conferenza Stato-Regioni della proposta di rivedere il provvedimento del governo che ha eliminato gli incentivi Cip 6 dal trattamento dei rifiuti. L’idea di fondo, assolutamente sbagliata, che sta dietro la proposta di Raffaelli è appunto quella di una gestione “economica” degli inceneritori nei quali utilizzare a fini energetici i rifiuti delle lavorazioni industriali, soprattutto, derivanti dal petrolio. Su questo voglio ricordare la presa di posizione del nostro consigliere regionale Oliviero Dottorini che ha giustamente polemizzato con Raffaelli ed ha ricordato come l’iniziativa del governo che ha finalmente abolito l’equiparazione dei Cip 6 con le fonti rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, ecc.) libera risorse economiche importanti per portare il Paese verso una politica energetica realmente sostenibile. Ora ci aspettiamo che le Istituzioni e le forze politiche umbre si facciano carico in modo serio della elaborazione di un nuovo Piano dei rifiuti dove, oltre agli aspetti tecnici e gestionali, venga affermata la pratica della trasparenza e della informazione. Ci sono in Italia, a partire proprio da decine di comuni della Campania, dove la situazione ha raggiunto uno stato di collasso, realtà in cui l’elemento centrale della gestione del ciclo è la raccolta differenziata.: funziona, riduce la frazioni da portare in discarica e costa meno alle tasche dei cittadini. E chi, come il Ministro Pecoraro Scanio si impegna per la gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti viene sottoposto ad una pesantissima campagna denigratoria. In Umbria una gestione dei rifiuti sostenibile ambientalmente ed economicamente non solo è possibile ma è necessaria -conclude l’esponente del Sole che ride. La politica deve scegliere, ne va della qualità della vita, della salute e delle relazioni sociali degli umbri”. Condividi