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GUBBIO - Nell’estate scorsa si verificò un grave episodio di inquinamento delle falde acquifere in località Zappacenere, nel comune di Gubbio e l’ARPA accertò all’epoca la presenza di solventi clorurati nell’acqua dei pozzi privati realizzati dai residenti. Allarmata per quanto era successo, l’amministrazione comunale eugubina intervenne prontamente, in prima istanza per scongiurare rischi di carattere igienico sanitario alla cittadinanza, vietando l’utilizzo di quell’acqua a scopo potabile, e, contemporaneamente per garantire comunque un adeguato rifornimento idrico ai residenti delle zone in questione, organizzando dapprima punti di approvvigionamento idrico alternativo e realizzando poi un pubblico acquedotto in grado di assicurare un rifornimento continuo. Naturalmente l’amministrazione comunale si diede da fare per scoprire origini di quell’inquinamento, anche al fine di perseguirne legalmente i responsabili e furono sempre i tecnici locali dell’Agenzia per l’Ambiente che riuscirono a dare un nome ed un cognome al responsabile: si tratta di un imprenditore eugubino, A.P., che è stato rinviato a giudizio per il danno ambientale prodotto. Lo scorso 9 gennaio si è svolta l’udienza preliminare relativa a questo procedimento penale, promosso innanzi al Tribunale di Perugia, e l’assessore all’ambiente, Lucio Panfili, ha fatto sapere con un suo comunicato che il Comune di Gubbio, “coerentemente con le posizioni da subito manifestate, si è costituito parte civile, tramite il responsabile del Servizio Avvocatura e contenzioso dell’Ente”. “Con questa azione – afferma sempre Panfili- l’amministrazione comunale intende svolgere un ruolo attivo in sede di procedimento giudiziario fornendo il proprio contributo per l’accertamento delle responsabilità e perché prevalga, anche in quella sede, il principio prevalente dell’interesse comune a tutela, in questo caso, della risorsa idrica, insieme alla condanna di azioni che, qualora confermate in sede di giudizio e per la loro gravità, devono essere punite con la massima severità ed esemplarità”. Condividi