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di Daniele Bovi Domenica torna uno dei derby più attesi, quello con il Foligno, in un clima un po' freddino, non solo per quello che riguarda il meteo. Il pareggino interno con il modesto, ma tatticamente ordinato Real Marcianise di domenica scorsa è stato di quelli da depressione totale. Una partita, fra l'altro, giocata in un Curi glaciale e deserto, con la miseria di 3183 persone. Onore a questa pattuglia di eroi. Per carità, il tifo dovrebbe stare vicino alla squadra sempre, ma i rospi ingogliati dai ragazzi della Nord, cuore biancorosso del tifo, sono stati troppi. Anni di calci sugli stinchi si fanno sentire. Il lampo della vittoria contro i cuginetti aretini è appunto durato il tempo di un lampo. La serie A sembra uno di quei ricordi della seconda guerra mondiale che i vecchietti snocciolano davanti al camino. “Ah, mi ricordo Cosmi, Galeone, Rapajc, Nakata e Chicco Giunti, 25mila persone al Curi, il Milan e la Juve che perde lo scudetto...”. Roba da paleozoico. L'unica cosa che rimane da fare è andare in pellegrinaggio ad Elce, davanti alla parete che per anni ha ospitato un murales storico: sfondo rosso e sopra la formazione che portò il Grifo in A nel '96-'97. Oramai pure quello ha un'aria scrostata, fin de siecle. Monumento a una stagione che fu; luogo di culto di una religione minore. Da qualche anno ogni estate, la stagione in cui il calcio produce chiacchiere come il ciliegio le ciliege, ottimismo a carrettate. In primavera, la stagione in cui nel calcio si raccoglie, depressione a palate e granai vuoti. Un punto a favore lo segna l'entusiasmo che il presidente Covarelli ci mette nella costruzione della squadra. Ma la storia degli ultimi anni parla di rose di giocatori rivoluzionate con scarsissimi risultati. Mentre le squadre promosse puntavano tutto su un gruppo compatto come un sol uomo. All'inizio di questa stagione poi c'è stata la tragicommedia degli avvicendamenti sulla panchina biancorossa: tre in quattordici partite. Luciano l'Uragano a confronto sembra una tiepida brezza primaverile. Un Grifo piazzato lì a metà classifica senza infamia e senza lode non entra nel cuore dei perugini. Se poi ci mettiamo pure la crisi economica che sferza il paese questa sì come un uragano, pagare per andare a vedere uno spettacolo davvero da serie C, è chiedere troppo. E sul Web l'incazzatura dei tifosi veri monta. Prendiamo ad esempio il sito Ac-perugia.com, storico portale internet della passione biancorossa. In prima pagina c'è uno spazio dedicato a loro, a quelli che allo stadio ci vanno. Nevicasse, grandinasse, diluviasse. Intorno alle 16 ci sono già una cinquantina di commenti, che danno a questo spazio un'aria a metà tra una piazza incazzata e un muro del pianto. Dove un “Forza Grifo” però, non manca mai. I commenti sono tra i più vari e spaziano tra quelli che si chiedono come “con questi risultati altalenanti come si può pretendere una presenza nutrita di pubblico” fino a quelli che, sconsolati dicono: “Che disastro, che atteggiamento del cazzo...Se avessero giocato anche un tempo solo come possono, sarebbe stata na goleada. Adesso è diventata na sfortuna anche segnà subito”. L'attaccamento (scarso) alla maglia è uno dei capi d'accusa principali. Ma a scrivere non sono solo gli ultras della Nord: un pensiero lo lascia pure chi si siede in tribuna. Mario, così si firma, parla di “spettacolo indegno” e pone una domanda: “Come è possibile insistere con i quattro di difesa che non fanno per uno e che non supportano mai i centrocampisti, destinati quasi sempre a fare brutte figure (vedi Gatti) e giocare con quattro davanti che NON SANNO rientrare, che modulo e' il 4-2-4?”. Alla fine, non manca un appello scorato a Covarelli: “Covarelli, ti prego, mettici una pezza e portaci in B, non ce la faccio più”. E via così, tra “allenatori mediocri”, “prestazioni opache”, “me ne strasbatto de sti 11 mercenari”, “incomincio a rompermi veramente”, “manca la cattiveria”, “il tifo bisogna meritarselo”. C'è anche chi, nel mucchio, rimpiange Lucianone Primo da Santo Domingo: “Sarò un nostalgico di Gaucci – dice Enzo22 - ma Lucianone quando c'era da prendere una decisione non si tirava di certo indietro! Anzi”. E chiede a Covarelli misure draconiane: “Cova fatti sentire: ritiro e congelamento stipendi fino a quando non saranno realizzate tre vittorie di seguito!”. Tutto sommato, è l'incazzatura di un innamorato, di colui che ama e viene tradito. Ora l'obiettivo è il derby. “Forza Grifo – dicono i tifosi – andiamo a vincere a Foligno”. Condividi