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BRUXELLES – Per il titolare delle politiche agricole ed alimentari, Luca Zaia, sarebbe una grande vittoria dell’Italia la conclusione della maratona che ha impegnato ieri i ministri della Ue sulla revisione della Politica agricola comune (Pac). L’esimio uomo di governo esulta perché – ha dichiarato – “tutte le nostre proposte, tranne una, sono state accolte” ed in particolare dal primo aprile 2009 l’Italia potrà incrementare di 600 mila tonnellate la quota di produzione di latte nazionale. Tutte accolte, tranne quella che ci riguarda più da vicino come umbri, così che se le cose non cambieranno assai presto una vera e proprie tempesta si abbatterà sul settore del tabacco che il ministro di Berlusconi ha abbandonato a sé stesso. Infatti, la commissaria all’agricoltura Fischer Boel, tanto prodiga su tutto il resto, ha tassativamente rifiutato di rivedere le condizioni dell'accordo sulla riforma messo a punto dall'Ue nel 2004. Non ha voluto cioe' prorogare dal 2010 al 2013 il sistema di aiuti Ue ai produttori europei di tabacco attualmente in vigore come gli aveva chiesto ieri anche il Parlamento europeo. Quello di Zaia appare, quindi, più come un tentativo maldestro per salvare la faccia di fronte al suo fallimento, che esultanza vera, basata su fatti concreti. Nel commentare l’esito della trattativa il nostro caro ministro ha dimenticato di aggiungere qualche preoccupante particolare, ovvero – come gli ha ricordato Maurizio Ronconi (Udc) - che “per molte regioni italiane il blocco al 2010 degli aiuti sul tabacco significhera' la desertificazione non solo delle attivita' agricole ma il licenziamento di migliaia di addetti del settore tabacchicolo e anche dell'indotto''. Sempre Ronconi gli rimprovera ancora di aver difeso “una politica agricola nordista sperando per altro di concedere nuove quote latte a chi sino ad oggi ha evaso, dimenticandosi invece delle regioni del Centro e del Sud e dando cosi' un colpo definitivo all'agricoltura di queste regioni”. Ora in Umbria, Campania, Puglia, regioni tabacchicole, si deve aprire una dura vertenza per difendere un comparto che per queste zone e' trainante'', ha concluso Ronconi. Della stessa idea anche il sindaco di Città di Castello (la capitale umbra del tabacco), Fernanda Cecchini, che, dopo essersi dichiarata stupita dalle dichiarazioni non certo opportune rilasciate da Zaia, ha parlato di “ferita alla democrazia inferta dalla commissaria Fischer Boel con la sua assoluta chiusura nei confronti della grande mobilitazione della filiera tabacchicola, dei lavoratori e delle rappresentanze istituzionali provenienti dai territori tabacchicoli europei di ieri a Bruxelles e con la sua sordita' alle chiare raccomandazioni votate dal Parlamento europeo, unica istituzione europea legittimata da un voto popolare diretto''. In sostanza, sostiene sempre Cecchini “Zaia, forse felice per il bicchiere pieno delle quote latte, ha sottovalutato la pesante situazione nella quale rischiano di venirsi a trovare importanti territori a vocazione tabacchicola'', per cui c'e' ora ''la necessita' di operare in tutte le sedi nazionali ed europee perche' venga riaperto il capitolo tabacco in modo da dare prospettive e certezze a chi intende lavorare in questo settore, di vitale importanza per l'economia di 500 comuni italiani''. Condividi