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Domani a Roma ci sarà una manifestazione contro la violenza sulle donne, fenomeno quanto mai preoccupante e purtroppo alla ribalta anche per i clamorosi, e numerosi, casi di omicidio “per amore” di padri, fidanzati o ex mariti. Di questo, e della fase politica, parliamo con Argia Simone, della segreteria provinciale di Perugia del Prc e del consiglio del Centro per le pari opportunità dell’Umbria. Che fase politica stiamo attraversando? La politica corre sempre più veloce: quanto accaduto negli ultimissimi giorni con lo scioglimento di Forza Italia e la nascita del nuovo partito del popolo rappresenta una sorta di scompaginamento e poiché siamo convinti che i partiti non si sciolgono e non si formano nelle piazze dobbiamo ritenere che quella messa in atto da Berlusconi, che fa seguito alla nascita del PD, rappresenta una vera e propria riorganizzazione e ristrutturazione del sistema politico italiano: riorganizzazione/ristrutturazione che, alla luce della natura assunta dal PD, trova la sua ragione nella competizione su chi si fa interprete e sostenitore dei poteri forti che anche il PD ha scelto di prediligere. Siamo, quindi, di fronte ad un vero e proprio scompaginamento delle carte. Allora che dobbiamo fare? Di fronte a questa situazione, se la Sinistra non accelera e porta a conclusione in tempi brevi il processo di unificazione, non solo fornisce al PD, ammesso che ce ne sia bisogno, la spinta necessaria per cedere alle lusinghe di Berlusconi circa la possibilità di un accordo, ma mette a repentaglio la sua stessa esistenza. E’ necessario, quindi, accantonare le piccole beghe di bottega per portare avanti un progetto che, a partire dalla riforma della legge elettorale in senso proporzionale, dia risposte concrete alle esigenze reali dei cittadini. Occorre vincere le resistenze, i timori, i personalismi e stare dentro ai processi di innovazione a cui siamo stati chiamati dal popolo del 20 ottobre. Il 20 ottobre è stato uno spartiacque, dunque. Quel milione di voci in cammino, le donne, gli uomini, i movimenti, le associazioni arrivati a Roma da ogni parte del Paese, hanno chiesto con calore, alle sue diverse anime, che le politiche economiche e sociali cambino, che la precarietà del lavoro, che è precarietà della vita, non sia una norma e che non si può accettare che i diritti individuali e collettivi siano sospesi o cancellati, hanno gridato che non accettano la pesante ingerenza di Confindustria e Vaticano nelle scelte che riguardano le cittadine ed i cittadini di un paese laico; hanno chiesto che si ricostruisca un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne che ponga fine alla discriminazione sessuale e non costringa più le donne a scendere in piazza contro la violenza maschile così come accade il 24 novembre per la manifestazione nazionale convocata dal movimento delle donne in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Perché ciò si realizzi, è stato chiesto, che la Sinistra si unisca superando divisioni vecchie e nuove per dar vita ad uno nuovo soggetto politico in grado di rappresentarlo. Che forma prenderà questo nuovo soggetto? Quando si apre un processo di riorganizzazione che dia anche la possibilità alle nuove generazioni di essere ancora attratti dagli ideali della sinistra, non se ne può determinare a priori l’esito: l’importante ora è marciare uniti su un progetto condiviso. Condividi