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Caro Nicola, vorrei innanzitutto ringraziarti per le parole che usi nei miei confronti per definire il mio impegno politico. Rimane fermo il reciproco livello di stima che abbiamo più volte avuto modo di esprimerci vicendevolmente. A maggior ragione, esulava ed esula dai miei intendimenti qualsiasi polemica nei tuoi riguardi e nei confronti del tuo lavoro. Ma, visto che la tua nota espressa come coordinatore di Umbria left, contiene anche valutazioni che non atterrebbero a codesta funzione e che sarebbero proprie di altri ambiti, mi permetto di esprimerti, con la necessaria attenzione e rifuggendo dalla tentazione di facili battute, un punto di vista generale che non mi faccia eludere le questioni da te sollevate . Vorrei innanzitutto puntualizzare che le cose che tu esponi non corrispondono alla sostanza dell’intervista da voi, correttamente, riportata integralmente. Sai benissimo meglio di me, caro Nicola, che il titolo degli articoli ( nel mio caso “emarginato….”) viene scelto dalla redazione; se avessi potuto scegliere io stesso, avrei preferito “ smettiamola con la manfrina della scissione e parliamo di contenuti politici”. E quindi non partirei da una considerazione che potrebbe sviare dalle valutazioni politiche di contenuto e che potrebbe essere fonte di ben altre valutazioni. Per chiarezza: non mi sembra, rispetto ad Umbria left e La sera, di aver espresso valutazioni di merito o di considerazioni professionali, ma rimarcavo di non aver potuto esprimere il mio punto di vista su alcune scelte di fondo del partito ( candidature, campagne referendarie, rapporti con il territorio…), comprese le scelte o gli orientamenti editoriali. Lo so bene anch’io che ho trovato, senza emarginazioni, sempre ospitalità nella redazione, caro Nicola, ma sai meglio di me quanto sia importante l’uso del linguaggio, i tagli delle notizie o i commenti apparentemente asettici che accompagnano i vari pezzi. Compreso quello che presenta la mia integrale intervista o il titolo del “sondaggio”… In merito alle scuse per i giornalisti della Sera, sono prontissimo a porgerle, soprattutto per il fatto che la politica non riesce ad intervenire per dare sicurezze ad una condizione di precariato così particolare e delicato: sappiamo tutti quanto siano legate le questioni dell’informazione e della democrazia, e di quanto sia importante poter contare su un’informazione libera da qualsiasi condizionamento. Poi, alcune domande hanno riguardato anche il mio rapporto con Rifondazione. Ancora per chiarezza: ho sempre riconosciuto al partito la grande occasione di vita e di possibilità che mi ha dato: mi considero un privilegiato che ha cercato di ripagare questa condizione, pur con gli eventuali ed inevitabili errori, con il massimo dell’impegno, della passione e del disinteresse personale. Ancora mi sento impegnato in questo senso. Ho avuto già modo di dirlo: la gestione del congresso di Cianciano, nella preparazione e nella sua conclusione, rappresenta una brutta pagina della politica che sta facendo allontanare tante persone dall’impegno sociale. Le “stronzate” possiamo dirle tutti, ci mancherebbe, e per me la maggiore ora potrebbe essere quella di non essere chiaro soprattutto per una forma di rispetto verso il partito di Rifondazione Comunista. Continuo a pensare che si può fare politica senza scadere nel retropensiero delle convenienze o nell’irrisione dell’avversario, confrontando punti di vista anche ferocemente contrastanti. Per questo, i “motivi” che ho per impegnarmi nella Sinistra, sono esclusivamente quelli che mi hanno sempre mosso e che ho trovato nel senso della mozione congressuale: considero, alla luce di un eccezionale sconvolgimento tellurico che sta investendo la società e la politica, necessario ed improrogabile ricostruire un soggetto politico che sappia rappresentare la Sinistra nei suoi valori ed ideali, al di là delle contingenze e delle difese identitarie. Su queste cose è aperto un dibattito ed un confronto, anche aspro, che non riguarda soltanto le singole persone, ma investe la società ed attiene ai presupposti fondamentali della democrazia e della sua rappresentanza. Ma cosa accadrà lo vedremo e, senza intenzioni di arrogarmi ruoli personalistici o prenotazioni di poltrone, per questi obiettivi continuerò ad impegnarmi. Con immutata stima. Mauro Tippolotti . Condividi