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TORINO - ''Un passo in avanti, ma anche una sentenza di speranza per tutti coloro che hanno vissuto tragedie analoghe e sperano di vedere riconosciuti i propri diritti e quelli dei propri cari''. Non nasconde l'emozione Antonio Boccuzzi, l'operaio della Thyssenkrupp sopravvissuto alla strage dei 6 dicembre e oggi deputato del Pd. Si e' costituito parte civile ed e' stato sempre presente alle udienze, tranne alla prima, accanto ai familiari dei suoi colleghi, che quella notte ha visto morire tra le fiamme. ''Ho vissuto con grande tensione tutti i momenti del processo, con la voglia di arrivare fino in fondo per conoscere la decisione del giudice Gianfrotta. E oggi finalmente il rinvio a giudizio'', racconta. ''In tanti momenti ho provato rabbia, ad esempio quando la difesa ha cercato di giustificare la mancanza di investimenti sulla sicurezza perche' tanto la fabbrica doveva chiudere, parole assurde che fanno male''. Poi Boccuzzi torna a parlare della sentenza.''Per la prima volta in Italia una Corte d'Assise discutera' di morti sul lavoro: e' una occasione storica, speriamo che rappresentera' davvero uno spartiacque e che tante cosa cambieranno in questo Paese, a cominciare dai comportamenti di quelle imprese che non rispettano le norme sulla sicurezza sul lavoro. Mi auguro che possa discendere da qui qualcosa di positivo anche per altre tragedie come quelle del Molino di Fossano, di Campello sul Clitunno, Molfetta e Mineo. La speranza e' che sia l'inizio di una giurisprudenza nuova che possa dare soluzioni diverse, anziche' tragiche prescrizioni che riaprono ferite per i familiari''. ''Capisco l'entusiasmo dei familiari delle vittime. C'era tanta paura che le cose andassero in altro modo. Ma non credo che questa sentenza si possa definire una vittoria, e' una parola un po' eccessiva'', conclude con amarezza. ''Io sto cercando di imparare a convivere con il ricordo di quella tragedia, mi aiutano lo psichiatra e gli antidepressivi. Ma dopo un anno non ho ancora superato quel trauma''. Condividi