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Il ministro Tremonti ha annunciato al Paese che il governo ha pronto delle misure per affrontare la grave crisi economica prodotta dallo scoppio della bolla finanziaria e speculativa, così come stanno facendo tutti i governi del pianeta. Sul piatto ci sarebbero 80 miliardi di euro, pronti a rilanciare i consumi, gli investimenti e a tamponare i bilanci delle banche sull’orlo dell’insolvibilità. Il problema è che l’esecutivo Berlusconi, come di consueto, fa propaganda, invece di mettere in campo un’azione concreta adeguata ad affrontare la recessione e il rischio di tracollo del nostro tessuto industriale. Le cifre fornite da Tremonti nascondono un vero e proprio bluff: Per il 60 per cento sono fondi già stanziati dall’Unione europea (30-40 miliardi verranno da finanziamenti dei fondi strutturali europei destinati alle aree meno sviluppate, 16 miliardi verranno dallo sblocco di fondi già stanziati per le infrastrutture dal fondo aree sottoutilizzate) La cifra più consistente di denaro che verrà stanziato andrà invece alle banche, con sottoscrizione di obbligazioni o eventualmente acquisti di azioni privilegiate delle banche in difficoltà. Si parla con insistenza di 20 miliardi. Allora, per famiglie, lavoratori e imprese, quindi per rilanciare i consumi, rimarrebbero solo pochi spiccioli, 4 mila miliardi. La misura che era più urgente, detassare le tredicesime, e quindi ridare fiato ai consumi nel periodo natalizio, è stata già scartata, perché troppo onerosa. Il governo, quindi, per i lavoratori e le famiglie, vuole solo ridurre a novembre la cifra dell’acconto fiscale da versare (attualmente pari al 97% delle tasse pagate nell’anno corrente per i lavoratori, 100% per le imprese). Si tratta, quindi, solo della posticipazione di tasse che comunque si dovranno pagare: neanche l’ombra della promessa di detassazione e riduzione delle tasse, propagandisticamente strombazzata in campagna elettorale. E per di più la misura è allo studio solo per i lavoratori con i redditi più bassi. Ancora una volta siamo di fronte a una presa in giro e a una totale inadeguatezza di un governo che è il solito apprendista stregone: invece di una svolta reale nel modello di sviluppo, unica strada per affrontare le pesanti ristrutturazioni che stanno dietro la crisi e la recessione, il governo propone la solita ricetta, far pagare ai poveri e aiutare i ricchi e gli speculatori, che la crisi l’hanno causata. Ci vogliono dunque misure reali a sostegno dei redditi delle famiglie e dei lavoratori mettendo a disposizione nuovi stanziamenti, non misure compassionevoli o bugie sulle cifre dei finanziamenti. Stefano Vinti Presidente Gruppo Prc Condividi