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PERUGIA - Preoccupati per le sorti dell’economia ma, nonostante tutto, fiduciosi nelle potenzialità della propria azienda. Questa la percezione della crisi finanziaria da parte di artigiani e piccoli imprenditori, secondo i risultati di un sondaggio condotto da Ispo per Confartigianato su un campione di imprenditori associati. “Il 60,5 per cento degli artigiani - affermano Massimo Nocetti e Stelvio Gauzzi, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Imprese Perugia - ritiene molto utile l’intervento dello Stato per affrontare la crisi finanziaria. A questo proposito – aggiungono Nocetti e Gauzzi - gli imprenditori non hanno dubbi: l’azione considerata più efficace è, per oltre il 58 per cento del campione, la diminuzione del carico fiscale. La rilevazione fa emergere una percezione molto netta, ma non ancora drammatica, delle difficoltà congiunturali”. “Il 51,8 per cento dei piccoli imprenditori – spiegano il presidente e il segretario di Confartigianato Imprese Perugia - è convinto che nei prossimi mesi la situazione economica italiana peggiorerà. Tuttavia, soltanto un terzo degli imprenditori intervistati (34,1%) ritiene che la situazione economica della propria azienda peggiorerà, mentre il 44,3 per cento del campione pensa che resterà invariata, cioè positiva come ora”. “Tra gli artigiani (il 73% degli intervistati) – continuano presidente e segretario di Confartigianato Imprese Perugia – sono molto diffusi i timori per l’aumento dei tassi di interesse. Scende, invece, al 40,5 per cento la percentuale di imprenditori preoccupati per la tenuta dei livelli occupazionali della propria azienda”. “Il 56 per cento degli imprenditori, inoltre – continuano Nocetti e Gauzzi -, è preoccupato per l’accesso al credito e il 21 ha percepito azioni restrittive da parte delle banche, soprattutto per quanto riguarda la richiesta di maggiori garanzie e l’incremento dello spread sui tassi di interesse”. “Oltre la metà del campione (56%) – aggiungono presidente e segretario di Confartigianato Imprese Perugia - pensa di far fronte a possibili future esigenze di liquidità per la propria azienda tramite autofinanziamento e il 26 per cento tramite credito bancario”. Tra i problemi più gravi denunciati dagli imprenditori in questa fase di crisi, secondo quanto emerge dallo studio, vi sono i ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. “Le piccole imprese che forniscono beni e servizi alla Pa – spiegano Nocetti e Gauzzi - devono aspettare, in media, 3 mesi e mezzo per essere pagati, ma per 222.000 imprese, che rappresentano il 28 per cento di quelle che forniscono beni e servizi alla Pa, l’attesa supera i 4 mesi”. “La situazione delle imprese delineata nel sondaggio – sottolineano il presidente e il segretario di Confartigianato Imprese Perugia – rende improcrastinabili interventi di sostegno all’economia reale”. “Tra gli interventi che riteniamo prioritari – concludono – ci sono il sostegno per l’accesso al credito e gli investimenti delle micro e piccole imprese, mediante il rafforzamento del sistema dei Consorzi Fidi, la necessità di spostare il versamento dell’Iva al momento dell’incasso delle fatture. E poi misure di tutela delle imprese, soggette agli studi di settore, misure sul versamento della II rata di acconto Irpef, la revisione delle tariffe dei premi assicurativi Inail, oltre alla necessità di intervenire sui tempi di pagamento della Pubblica amministrazione, mediante la compensazione tra debito tributario iscritto a ruolo e credito di qualsiasi natura vantato dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione”. Condividi