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di Luca Spaccini Appena nato, negli anni '70 già produceva diossina e fu bloccato dalla Usl. La giunta Ciaurro, nel '97 lo ristrutturò, lo mise a norma e dopo un paio d'anni di lavori lo rimise in funzione, prima con la gestione di una ditta di fuori regione poi con la Asm, società a capitale misto. In seguito il nuovo fermo, sempre per gli stessi motivi. Qualsiasi intervento di ammodernamento o solo di ripristino richiederebbe un investimento fuori da ogni ragionevole quantificazione ed in ogni caso farlo ripartire significherebbe ricominciare a spargere veleni per tutta la conca ternana. Gli inceneritori - termovalorizzatori è il termine usato per abbellirli e per renderli meno brutali - ricominciano ad essere spacciati come la panacea per il problema dei rifiuti, ma come al solito non è tutto oro quello che brilla;il fatto che visivamente scompaiano tonnellate di rifiuti non significa che li abbiamo smaltiti, ma semplicemente trasformati: trasformati in cenere, gas, energia e tutte quelle simpatiche sostanze che partono dalle diossine per arrivare ai metalli pesanti, acidi e così via. Inoltre le ceneri residue sono tossiche e vanno inertizzate e stoccate con enormi costi e, a differenza delle scorie nucleari, la loro tossicità non decade nel tempo. Questo è quello che ha fatto l'inceneritore di Maratta per anni e adesso viene anche alla luce che probabilmente la analisi dell'Arpa petrebbero essere stete falsate, visto che agli uomini della Forestale risultano valori di inquinamento differenti da quelli contenuti nei documenti dell'Agenzia regionale. Le perizie hanno evidenziato emissioni di diossina, acido cloridrico e materiale radioattivo e inquinamento da metalli pesanti per le acque. Per non parlare delle nanoparticelle, che nessuno può quantificare. L'inceneritore non è una soluzione al problema dei rifiuti, è solo un mostruoso investimento, fatto con soldi pubblici che produce enormi guadagni ai costruttori ed enormi disagi alla popolazione che risiede nel territorio. I costi di gestione di una tale struttura sono elevatissmi e basta che una minima cosa non funzioni per inficiare l'efficacia dell'intera struttura. A Terni, per esempio, l'allarme per la radioattività è stato attivato solo dopo anni dalla partenza ed è risultata una media di 20-30 casi annui di superamento delle soglie di pericolo, così come l'impianto di sicurezza per evitare le polveri sottili, che non è stato mai azionato, mettendo in pericolo la salute degli operatori, così come è successo a Giorgio Moretti, morto di tumore ai polmoni, lutto che ha procurato a 22 tecnici e dirigenti a vario livello anche un'accusa di omicidio colposo. Oltretutto gran parte dei rifiuti destinati al bruciatore rappresenta una grande fonte di recupero di materie prime, che con un opportuno processo di riciclaggio creerebbe posti di lavoro e ricchezza per il territorio. Il piano per i rifiuti redatto dalla Regione non prevede semplicemente gli inceneritori, ma più ampiamente parla di "trattamento termico" dei rifiuti, che sottintende la possibilità di utilizzare impianti differenti, come le torce al plasma, che hanno un impatto ambientale nettamente differente da mostri come quello di Maratta. E' proprio in questa direzione che Rifondazione si muove ed è per questo che il gruppo consiliare Prc ha sottoscritto quel progetto. Condividi