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“E' stato scongiurato il rischio di chiusura di scuole nel prossimo anno scolastico”: lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, a margine dei lavori della Conferenza delle Regioni riunita oggi a Roma, in merito alle misure della legge 133 circa il dimensionamento scolastico, tra cui la chiusura delle scuole con meno di 50 alunni. “In Umbria - ha spiegato la presidente - avrebbe comportato una drastica riduzione di scuole soprattutto in aree particolarmente disagiate, determinando inaccettabili disagi alle famiglie e mettendo in discussione il diritto allo studio di tutti. Con un emendamento presentato al Senato - ha sottolineato la Lorenzetti - è stata inoltre cancellata la normache prevedeva il commissariamento delle Regioni inadempienti. Una buona notizia, che è frutto dell'iniziativa di Regioni ed enti locali forte e determinata, tanto che le Regioni avevano annunciato che, se il Governo non avesse apportato modifiche, non avrebbero più partecipato al tavolo della Conferenza unificata. Un risultato - ha aggiunto - ottenuto anche grazie alla grande mobilitazione che c'è stata in tutto il Paese. Le Regioni - ha proseguito la presidente - hanno sempre sostenuto la necessità di un percorso condiviso, della concertazione tra Governo nazionale e Regioni, in quanto espressione di un pezzo fondamentale dello Stato e non controparte, in particolare per settori fondamentali quali istruzione e sanità. Un rapporto che non deve mai venir meno - ha concluso - poiché non è accettabile che da una parte si professi il federalismo mentre dall'altra si assumono decisioni centralistiche che, addirittura, mettono in discussione l'autonomia delle Regioni,come l'ipotesi del commissariamento per il dimensionamento scolastico”. Per l'assessore regionale all'istruzione Maria Prodi invece, “ non solo il depauperamento della rete scolastica nei territori sarebbe stato gravissimo, ma l'ignorarne i tempi tecnici necessari e la troppo ravvicinata scadenza dell'ultimatum rischiavano di gettare la scuola nel caos organizzativo''. ''Resta, comunque - rileva la Prodi - una proposta di piano programmaticoche prevede misure di estrema gravita' per la scuola, e che continua a preoccuparci: dai tagli negli organici alla contrazione delle ore, in modo particolare alle elementari e nella scuola dell'infanzia. E' importante - conclude la Prodi - che si apra finalmente un dialogo con il Governo e che le riforme che servono alla scuola italiana, non solo in ordine al contenimento dei costi, ma piuttosto finalizzate all'innalzamento della qualita' educativa, siano condivise con le Regioni e con il mondo della scuola”. Per l'onorevole Gianpiero Bocci (Pd) invece, “la ferma posizione del Pd a difesa dei piccoli comuni, dei comuni montani e delle periferie a rischio, con l'accordo di tutte le Regioni e con la mobilitazione degli studenti e delle famiglie, hanno prodotto queato importante risultato”. Condividi