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di Juri Pelucca Rifondazione comunista ritiene che l’attuale dibattito sulla definizione della legge elettorale regionale, per altro solo agli inizi, abbia scatenato alcune fibrillazioni che poco giovano al rapporto tra la classe politica e i cittadini,e anzi rischiano di allargare il vuoto prodotto dalla separazione tra il “palazzo” e la gente, alimentando ancora di più pulsioni antipolitiche. Se vogliamo riavvicinare cittadini e politica, dobbiamo procedere nella strada imboccata del contenimento dei costi della politica, già costellata di provvedimenti importanti come la riduzione dell’indennità dei consiglieri e il primato del minor esborso in Italia per lo “stipendio” del presidente di giunta e consiglio regionale. Un segnale per rafforzare questo orientamento sarebbe mantenere il numero dei consiglieri all’attuale cifra di 30, ripensando l’aumento a 36 contenuto nello Statuto. Rifondazione condivide questo obiettivo. Per farlo dobbiamo cambiare lo Statuto regionale. Facciamolo subito e facciamolo presto. In tema di modifiche allo Statuto, Rifondazione è pure disponibile a rivedere la forma di governo regionale. A suo tempo abbiamo votato contro il presidenzialismo e non nascondiamo che continuiamo a conservare una preferenza per il modello consiliare, che rimetta al centro l’iniziativa dell’assemblea regionale e riporti un meccanismo di fiducia tra consiglio e giunta. Ci sono forze politiche che sembrano aver sposato l’idea presidenziale, pur provenendo da una tradizione consiliarista e parlamentare. Si tratta di un cambiamento radicale di posizione; a questi però chiediamo: che senso ha avere un consiglio a 36 componenti quando giunta e presidente hanno praticamente una delega totale e un potere di controllo e indirizzo incondizionato? Ce lo spiegassero una volta per tutte. Per il resto, tutto si può discutere, certo ci vorrebbe una posizione comune di tutta la maggioranza che sostiene la presidente Lorenzetti, arginando gli “isterismi” di alcuni, forse interessati alla propria autoconservazione, più che alla ricerca di un modello politico di governo e rappresentanza che migliori la qualità della nostra regione e stimoli la società al dialogo e alla partecipazione. Si può anche eliminare il “listino”, però conservando lo spirito per cui era nato: non solo un premio di maggioranza, ma l’idea di costruire una rappresentanza politica che avesse carattere regionale e non un profilo meramente territoriale o particolaristico. Per questo i nodi da sciogliere sono ancora tanti. Però si esplicitino chiaramente le posizioni: si vuole o no uno sbarramento? Un premio di maggioranza? Come di disegnano allora i collegi? Rifondazione parte da alcuni semplici basi: sistema proporzionale, contenimento dei consiglieri a 30, due circoscrizioni a livello provinciale con assegnazione di seggi proporzionale alla popolazione residente, superamento del listino, contenimento del ricorso agli assessori esterni. Si tratta di posizioni note e più volte esplicitate. Perciò riteniamo opportuno porre fine a polemiche strumentali e iniziare a confrontarsi in maniera concreta. Oppure se vogliamo continuare a farci del male rendiamo pubblici i registri delle presenze e assenze nelle sedute consiliari e delle commissioni e andiamo veramente a stanare le assenze tattiche e i vari svicolamenti e tentennamenti quando si tratta di adottare scelte scomode o coerenti con quanto si dichiara solennemente. Ma siamo maturi e preferiamo preoccuparci dei problemi reali della gente e della Regione. Condividi