studenti in rivolta.jpg
La conferenza stampa del movimento studentesco che si è tenuta questa mattina all'aula I di Fisica e chimica, autogestita da ormai una quindicina di giorni, è servita prima di tutto a far conoscere quali sono le prossime iniziative di protesta del movimento, e poi per mettere qualche puntino sulle “i”. Partendo dalle prime, domani ci saranno tre lezioni all'aperto: la prima alle 10 in piazza IV Novembre, la seconda alle 11 alla Fiera dei morti e la terza a mezzogiorno davanti alla sede della Rai. Alle 15 si prosegue con un'assemblea interfacoltà a Chimica promossa dai precari della ricerca di tutte le facoltà. Da lì tutti al Rettorato per un sit-in per poi ritornare alle 21.30 all'aula I di Fisica dove si terrà un'altra assemblea del movimento. Giovedì poi in piazza IV Novembre ci saranno altre tre lezioni all'aperto (alle 10, alle 11 e alle 15) e l'assemblea delle 21.30 a Fisica. Tutti momenti di protesta propedeutici alla giornata nazionale di mobilitazione locale di venerdì, quando ci sarà la manifestazione regionale che partirà dalla stazione Fontivegge. “E' nostra intenzione – si legge nel volantino degli organizzatori – far retrocedere il governo: non fermeremo le nostre lotte fin quando la legge 133 e il decreto Gelmini non verranno ritirati. Quello che sta accadendo in questi giorni ci parla di una mobilitazione straordinaria, potente, ricca. Una nuova onda, un'onda anomala che non intende fermarsi e che piuttosto vuole vincere”. Durante la conferenza stampa il Movimento (autodefinitosi in un documento “un insieme di studenti, ricercatori, precari ed altre soggettività, irrappresentabile e spontaneo”) ha ribadito che “i tagli alla scuola ed all'università pubblica sono l'ultimo atto di politiche decennali che vogliono regalare l'istruzione pubblica ai privati”. Secondo il movimento studentesco, “l'ateneo di Perugia non ha ancora preso una forte posizione di rifiuto dei provvedimenti” annunciati dal Governo ed il rettore, Francesco Bistoni, pur dichiarandosi in più occasioni “preoccupato, non ha fatto corrispondere nessuna azione, a partire dall'indizione di una seduta straordinaria del Senato accademico o di un assemblea generale di ateneo” I due concetti di spontaneità e non rappresentabilità del movimento sembrano stare particolarmente a cuore degli studenti. Non sono piaciute alcune uscite sui giornali locali di persone che si sono autoproclamate rappresentanti degli studenti o sono state accreditate come tali. La politica e il sindacato – è il mantra che risuonava questa mattina durante la conferenza stampa – devono restare fuori da questo movimento. “C'è gente – dicono – che si arroga il diritto di essere il portavoce della protesta. E' questo quello che non accettiamo, ovvero che ci sia qualcuno che vuole mettere il cappello su questa protesta”. Tanto per essere meno vaghi e per dare un nome alle cose, sott'accusa ci sono quelli dell'Udu, vicini all'area dei Democrats nostrani. Il movimento marcerà unito e protesterà insieme e si organizzerà insieme, ma qui di politici o “politicanti”, come li chiama qualcuno, non ne vogliono vedere. In merito a questo articolo (http://umbrialeft.it/node/10592) pubblicato ieri da Umbrileft gli studenti poi precisano: "Innanzitutto non siamo sinistra autoconvocati ma semplicemente AUTOCONVOCATI PG, in quanto non abbiamo ne simboli ne bandiere, e sappiamo anche di non avere governi amici. Il nostro impegno non è focalizzato sull'udu, struttura gerararchica e sindacale, ma sulle proteste da portare avanti in città e dentro l'università. Questa mattina abbiamo fatto una conferenza stampa proprio per cercare di chiarire le nostre posizioni perchè la stampa, sopratutto quella locale, non ha ben capito la situazione del movimento. Il movimento non ha ne responsabili ne rappresentanti. Per chiarire meglio la nostra posizione vi allego il comunicato stampa di stamattina confidando nella vostra buona fede, e sperando in una sua pubblicazione sul vostro sito". Condividi