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Intervista di Andrea Fabozzi - Il Manifesto Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunsta, come ci si sente a dover assistere fuori dalle camere alla riforma della legge elettorale che potrebbe escludervi dal Parlamento europeo? Purtroppo non è l'unica battaglia che non possiamo fare in parlamento, e comunque cerchiamo di spiegarla fuori dal Palazzo, mettendo in evidenza come più aumenta la crisi sociale, più il governo restringe gli spazi di democrazia, vedi quello che stanno facendo sulla legge dell'editoria, come Il Manifesto ben sa. Napolitano vi ha dato una mano. Assolutamente si, il suo intervento è molto opportuno. Dopo le elezioni in tanti hanno pianto per l'esclusione della sinistra dalle camere e adesso tentano di escluderci anche da Strasburgo con una legge elettorale golpista che introduce una soglia puramente arbitraria fatta per favorire alcuni e penalizzare altri. Domani (oggi, per chi legge, N.d.R.) sarò ricevuto dal capo dello stato per discutere di queste emergenze democratiche, riforma elettorale e legge sulla stampa. Ma in parlamento non vi resta che affidarvi al Pd. Con quanta fiducia? Io ho perso l'abitudine di affidarmi agli altri, ho fatto un appello al Pd, all'IdV, e anche all'Udc, che mi sembra il partito più convinto affinchè facciano ostruzionismo contro la legge. Vedremo dai comportamenti concreti, noi possiamo al massimo fare pressione e vigilare dall'esterno. Il segretario del Pdci Diliberto è anche lui contro la riforma, ma ha detto di non essere preoccupato dallo sbarramento perchè il suo partito, alle europee farà l'alleanza con il Prc. Risulta? A me invece la soglia preoccupa. Ma soprattutto voglio dire a tutti, anche a Diliberto come a Sinistra Democratica e ai miei compagni della minoranza del partito che è fuori dal mondo discutere adesso di alleanze per le europee. Dovrete pur farlo A febbraio, quando sapremo quale sarà la legge elettorale. I Partiti non possono solo preoccuparsi di come vanno alle elezioni, questo è il momento di discutere e lavorare su come combattere il carovita mettendo in campo una grande vertenza prima di Natale. Questo è il momento di fare una battaglia per estendere gli ammortizzatori sociali e per il salario sociale, adesso che la recessione inizia a mordere. rischiamo una guerra tra poveri. Dio solo sa cosa può succedere se le fabbrichette del nordest cominceranno a mettere fuori mano d’opera, lavoratori migranti. Questo è il momento di stare nel movimento degli studenti. Che però se ne frega dei partiti E’ radicalmente fuori dal sistema dei partiti. Ma pone delle richieste come il sapere pubblico che sono pienamente si sinistra. Da movimento no global classico. Come lo slogan “La crisi non la paghiamo noi”. Anche chi non arriva a fine mese non è ovviamente per ciò stesso di sinistra, ma pone una richiesta di redistribuzione del reddito che interroga noi comunisti. Il mio problema è costruire una risposta a queste domande. La crisi della politica e anche la nostra crisi di partiti di sinistra. Il problema delle alleanze è infinitamente più semplice, lo risolveremo. La manifestazione del 25 ottobre cambia qualcosa nei vostri rapporti col Pd? Ho visto una distanza tra le ragioni della tanta gente che era al Circo Massimo e che esprimeva il forte disagio del paese insieme a una voglia di opposizione a Berlusconi e alla Confindustria e il discorso di Veltroni. Ma se il Pd è effettivamente disposto a fare insieme un’opposizione più netta su legge elettorale, difesa dei salari e scuola, come ha detto Franceschini, questa disponibilità va colta anche se le prospettive politiche restano distanti. Ma al congresso di Luglio non avevate detto che era il momento delle distanze tra il Pd e Rifondazione? Cos’è, un cambio di linea? Niente affatto. Al congresso abbiamo rivendicato l’autonomia strategica del nostro progetto rispetto a quello del Pd, cosa che ribadiamo con maggiore forza oggi. Ma non abbiamo mai detto che questa autonomia dovesse risolversi in una frattura su tutti i fronti. Il punto è costruire una opposizione di sinistra a tutto tondo contro il governo, i padroni e quando serve il Vaticano e questa evidentemente non si costruisce con il Pd: Dopo l’opposizione insieme, però come dice Vendola ci sono le alleanze. Su questo manteniamo una differenza profonda con la minoranza del partito. L’idea di Vendola è che si fa insieme l’opposizione a Berlusconi, poi si va al governo insieme senza però riuscire a fare le cose che si è promesso di fare, dunque si perdono le elezioni successive e le perde soprattutto la sinistra e ricomincia il giro con l’opposizione a Berlusconi. La politica non sarà una scienza esatta me questo pendolo va rotto. Battendosi per spezzare questo falso bipolarismo dove al governo ci va l’uno o l’altro ma comandano sempre gli stessi poteri forti. A livello locale però la regola non conta, avete o no appena chiuso un accordo con il Pd per le regionali abruzzesi? Nessuna eccezione, la verità è che stanno venendo a galla le caricature che sono state fatte della linea che ha vinto il congresso. Abbiamo sempre detto: decidiamo caso per caso, niente accordi fatti col ciclostile. In Abruzzo avevamo posto delle questioni su questione morale, sanità, acqua e precariato e ci è stato risposto positivamente. Se avessero messo in lista un solo indagato non avremmo fatto l’accordo. Condividi