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PERUGIA - E' stato prorogato al gennaio prossimo l'avvio della restituzione della cosiddetta ''busta pesante'' per i cittadini delle aree terremotate di Umbria e Marche, con le medesime modalita' stabilite dal precedente Governo, e cioe' restituzione del 40 per cento di tributi e contributi non versati, in dieci anni e senza interessi aggiuntivi. E' quanto prevede - riferisce un comunicato della Regione Umbria - una norma contenuta in un decreto legge firmato dal presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, che fissa la prima rata di restituzione al 16 gennaio 2009. E' stata cosi' accolta - continua il comunicato della Regione - la richiesta piu' volte avanzata formalmente al Governo dalla presidente dell'Umbria, Maria Rita Lorenzetti, e sostenuta anche dai parlamentari di centro sinistra, che avevano, a tal proposito presentato anche un emendamento alla legge finanziaria. La presidente aveva infatti richiesto che fosse scongiurata l'ipotesi avanzata in un primo momento dal ministero dell'Economia di restituzione in una unica soluzione, nel prossimo dicembre, di otto rate. Per un disguido tecnico-burocratico, infatti, non era stata avviata la restituzione della busta pesante nel maggio scorso, data stabilita da un Dpcm firmato dall'ex presidente del Consiglio Prodi e l'intenzione dell'amministrazione del ministero era quella di accorpare le otto rate (maggio-dicembre 2008) in una sola. Questa eventualita' - continua il comunicato - era stata seccamente contestata dalla Lorenzetti in quanto - aveva spiegato - insostenibile per i cittadini, soprattutto per quelli a reddito piu' basso, in un momento peraltro di particolare sofferenza economica per un'area interessata dalla gravissima crisi della Antonio Merloni, che insiste appunto nelle zone piu' intensamente colpite dal sisma del 1997. Resta invece ancora aperta - sottolinea la nota della Regione Umbria - la questione relativa alla restituzione da parte dei dipendenti pubblici e delle pubbliche amministrazioni della quota degli oneri contributivi non versati. Nel 2006 infatti una norma inserita in una legge di conversione di uno dei tanti decreti per l'emergenza rifiuti in Campania, ha interpretato retroattivamente la portata delle disposizioni delle ordinanze di Protezione civile in materia di sospensione dei versamenti contributivi, stabilendo che tali sospensioni non possono riguardare i datori di lavoro pubblici ed i dipendenti pubblici. Il Tar' del Molise aveva impugnato la norma dinanzi alla Corte costituzionale sollevando, tra l'altro, l'incostituzionalita' della stessa che prefigura un diverso trattamento fra cittadini, ma la Corte si e' ora pronunciata giudicando infondate le questioni sollevate dal Tar. Condividi