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Niente carità, ma solo un auto-aiuto, coordinato, sociale e che rispetta qualità del prodotto, costo del lavoro, stabilizzazione della precarietà e le necessità delle famiglie italiane. E' questo lo spirito dei gruppi di acquisto popolari che ha tra i suoi ideatori l'esponente nazionale di Rifondazione comunista, Francesco Piobbico, che è un umbro doc. "Stiamo cercando con grande forza - spiega ad Umbrialeft - di dare al partito un'utilità sociale, da partito sociale. Il pane ad un euro è soltanto il primo passaggio di una costruzione del basso di una lotta di classe ad un sistema che sta alimentando soltando una lotta tra poveri, per garantire ricchezze solo a pochi. La dimostrazione è che si danno risorse economiche alla banche ma non si fa nulla per le famiglie e per i lavori precari". Ed il pane è soltato l'inizio. "Sì. Stiamo lavorando - continua Piobbico - per creare una borsa spesa che comprende pane, pasta, latte, pomodoro ad un prezzo che si aggira intorno ai 4 euro. Il nostro lavoro non è incentrato soltanto sul basso costo dei prodotti, ma anche sulla qualità e sulla tracciabilità degli stessi. Inoltre se riusciamo a creare un rete forte e radicata, possiamo anche spingere chi collabora con noi - penso ai panifici ma anche ad altri settori - ad avere ordini certi in cambio però della stabilizzazione dei loro lavoratori precari". Il pane, le famiglie, la lotta al precariato e la ricostruzione di una lotta di classe che sono soltanto i primi fermenti di un nuovo sistema sociale, economico che è all'insegna di un nuovo anti-berlusconismo e di una lotta dura ai poteri forti. E' questo il grande progetto di Rifondazione e di alcuni settori della sinistra. Altro che riforma elettorale e posti in belle poltrone. "Perugia, con i suoi 270 chili di pane venduto, è stato tra le piazze italiane che hanno risposto meglio. Una risposta non solo di necessità ma anche di politica, dato che nello stesso giorno, nello stesso banchetto in 200 hanno firmato per il referendum sull'abolizione del Lodo Alfano". Piobbico spiega perchè l'iniziativa non è stata e non sarà gratuita: "Regalare beni di prima necessità è una forma di carità che passa per il concetto verticale: dal padrone al proletario. Noi non siamo la caritas. Noi vogliamo spronare un processo orizzontale, di mutuo soccorso, come la storia contadina e operaia italiana insegna". Condividi