Far pagare la crisi economica e finanziaria ai lavoratori: è questo il pensiero del governo Berlusconi, di Confindustria e Banca d’Italia. Mentre nel mondo si affronta la fine del liberismo, in Italia si ripropone il solito modello di intervento pubblico: soldi alle banche e alle imprese, niente a lavoratori e pensionati.
Se l’economia italiana non è competitiva, invece di riflettere sulla scarsa produttività di tutte quelle imprese che in questi anni i profitti li hanno messi in tasca, speculando, invece che investirli in tecnologia ed innovazione, il governo, Banca d’Italia e Confindustria propongono l’unica ricetta che conoscono: far lavorare di più i lavoratori.
Lo afferma il vicedirettore generale di Bankitalia, Ignazio Visco, che però non ha il pudore di dirci a quanto ammonta il suo contratto annuale e nemmeno dove era quando le banche speculavano con i soldi dei risparmiatori.
La proposta è inaccettabile e spudorata! La crisi finanziaria ed economica ha svelato un mondo, quello delle banche e delle borse, fatto di speculatori e manager incapaci e super pagati. Il signor Profumo, capo dell’Unicredit, solo nel 2007 ha percepito 9 milioni di euro, l’equivalente dello stipendio di 500 lavoratori.
La strada per rimettere in moto l’economia non è alzare l’età pensionabile o ridurre i salari, la stessa ricetta che ci ha portato al disastro attuale. Al contrario, bisogna utilizzare le immense risorse che sono apparse improvvisamente per banche e borse per aumentare salari, stipendi e pensioni e per bloccare i prezzi dei beni di rima necessità, come pane, pasta e latte.
I signori del governo, di Confindustria e gli speculatori se lo dovranno mettere in testa: “noi non pagheremo la vostra crisi”.
Stefano Vinti
Presidente Gruppo reg. Prc
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