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PERUGIA - Nessuna novita' a livello di strategia processuale da parte dei difensore di Raffaele Sollecito. Lo hanno sottolineato gli stessi legali arrivando all'ufficio del Gup di Perugia. Riferendosi alla traccia dna trovata sul gancetto sul reggiseno indossato dalla vittima, l'avvocato Giulia Bongiorno ha ribadito: ''La nostra tesi e' da sempre che non sia di un singolo profilo genetico ma una combinazione, una mistura, un dato da contaminazione ovviamente involontaria ma non utilizzabile processualmente''. Stamani davanti al gup di Perugia, sono in programma le repliche delle parti. L'avvocato Bongiorno ha spiegato che la difesa del giovane pugliese contesta il metodo utilizzato per analizzare le tracce. ''Non si tratta - ha precisato - di un singolo profilo genetico ma di una pluralita'. Non ci troviamo di fronte alla tipica prova dna uguale prova processualmente utile, ma ad una traccia fatta di una serie di profili che si sono sommati uno all'altro''. Bongiorno ha quindi sostenuto che il metodo utilizzato per ricavare i profili genetici ''e' sospetto centrico, assassino centrico. Se predeterminiamo - ha osservato - una serie di profili di soggetti qui presenti e poi ci chiediamo se sono esattamente compatibili con una traccia contenente tantissimi 'picchi' con questo metodo la risposta sara' di compatibilita' perche' alla base ci sono proprio una serie di profili sovrapponibili''. Raffaele Sollecito e' difeso oltre che dall'avvocato Bongiorno anche da Luca Mauri e Marco Brusco. Condividi