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GUBBIO - «La crisi del sistema finanziario e la congiuntura economica che investe gli Stati Uniti d’America e l’Europa mettono in luce l’insostenibilità di un capitalismo senza regole alla esclusiva ricerca di profitti forsennati e prevalentemente speculativi. Il mercato liberista produce effetti devastanti sul lavoro e persino sulle garanzie di accesso ai bisogni primari, cibo compreso, non più e non solo nel sud del mondo ma anche nelle nostre case». Un'opinione, questa, che hanno espresso in una nota congiunta il sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci, e l'assessore Lucio Panfili, che così continuano: « In questo quadro Berlusconi, portavoce della Marcegaglia di Confindustria, chiede all’Unione Europea di rinviare gli impegni assunti anche dal nostro Paese per la riduzione delle emissioni in atmosfera prodotti dalle attività produttive. Da collaudato piazzista dell’informazione ed egregiamente sostenuto dalla cantilena della ministra Prestigiacomo, fa sapere che l’Italia è un paese manifatturiero e che quindi siamo particolarmente penalizzati dalle sanzioni previste». I due amministratori comunali eugubini notano ancora: «La crisi sembra cadere proprio a fagiolo: ho un’ economia basata su attività particolarmente inquinanti (raffinazione del petrolio, metallurgia, cemento, ecc.) ed oggi meno che mai posso pensare di “pagare” i costi che ne derivano. Addirittura pensa e propone la rinegoziazione degli accordi previsti dal protocollo di Kyoto. Il nostro bel Paese continua ad incrementare le sue emissioni dei gas serra, nonostante si sia impegnato a ridurli. La crisi, che già viene pagata pesantemente dal mondo del lavoro che perde occupazione, porta il Governo italiano a chiedere di sospendere per almeno un anno il sacrosanto ed elementare principio “chi più inquina più paga” che sembrava ormai affermato ed accettato. In questa richiesta, che ci porta indietro di almeno 15 anni, siamo rimasti in compagnia dei Paesi dell’ex blocco sovietico: il premier Berlusconi sostiene l’intervento dello Stato in economia ed è alleato con i paesi ex comunisti… Magari è vero che sta diventando “socialista”!?!.» «Al di là dell’ironia - è la loro conclusione -, la questione è veramente pesante. Queste scelte ribadiscono la priorità del vigente modello di sviluppo sulle variabili subalterne quali ambiente e lavoro. Incoraggiati da questo modo di governare, imprenditori ed aziende fortemente impattanti si sentiranno nuovamente legittimati a non compiere sforzi per minimizzare e contenere gli impatti delle proprie attività sui territori e sui cittadini. Tutto ciò, almeno dal nostro punto di vista, è semplicemente inaccettabile.» Condividi