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PERUGIA - Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista, Stefano Vinti propone un ordine del giorno in cui invita il Consiglio regionale ad esprimersi sulla “soppressione dell’Istituto scolastico comprensivo di Montone e Pietralunga” che viene ritenuta ”impensabile e irrealizzabile”. Secondo Vinti l’Istituto, che conta 317 alunni, con un incremento percentuale del 5 per cento degli ultimi tre anni, “non può essere considerato strumento di compensazione per altre situazioni confinanti che possono trovarsi in difficoltà” e chiede perciò che la Regione Umbria realizzi tutte le necessarie garanzie del mantenimento dell’assetto scolastico attuale dei due comuni”. Nel documento l’esponente di Rifondazione comunista spiega che la messa in discussione dell’autonomia dell’istituto è effetto dei seguenti decreti legge varati dal governo: “112/2008” convertito in legge “133/2008” (in cui si prevede la definizione dei tempi per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche); “137/2008” (Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università” – ‘Decreto Gelmini’); “154/2008” (che fissa i termini dimensionamento delle scuole da parte degli organi regionali, pena la nomina di un commissario governativo ad acta). “Il combinato disposto di questi provvedimenti – spiega Vinti – mette in dubbio l’autonoma esistenza dell’Istituto scolastico comprensivo di Montone e Pietralunga, un fatto da evitare perché la salvaguardia della situazione attuale è un fattore fondamentale ed imprescindibile per il territorio stesso, anche come garante di stabilità sociale, culturale e abitativa, considerato che la scuola è il principale soggetto culturale, istituzionale presente nel territorio. Un territorio vasto – sottolinea - e con una popolazione distribuita in zone disagiate e con difficoltà di collegamento logistici”. Nel testo dell’ordine del giorno viene inoltre specificato che i provvedimenti del governo in materia di dimensionamento scolastico “sono in contrasto con la legge ‘97/’94’, con la direttiva Cee ‘75/268’ e con il Dpr 233 di giungo 2008 che prevedono tutele particolari per gli istituti scolastici delle zone montane o svantaggiate”. Vinti invita quindi il Consiglio regionale a “esprimere perplessità e riserve in merito al decreto legge 137/2008 (decreto Gelmini), contenente disposizioni urgenti in materia di istruzione e università, rifiutando le modalità in regime di massima urgenza operate dal governo e che toccano in primo luogo, inspiegabilmente, la scuola primaria e il suo ottimale e universalmente riconosciuto modello didattico, tra i primi al mondo per qualità dell’offerta formativa pubblica”. Nel documento proposto da Vinti, si ritiene infine che i “drastici provvedimenti contenuti nel decreto legge numero 137 avranno un gravissimo impatto sul mondo della scuola: In particolare, l’articolo 4, che prevede il ritorno al maestro unico e classi funzionanti con orario di 24 ore settimanali, ha tante e tali implicazioni da determinare un modello di scuola gravemente impoverito e del tutto inadeguato alla realtà che stiamo vivendo”. Condividi