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PERUGIA – In merito al dibattito aperto sull’inserimento degli studenti immigrati nelle scuole, l’assessore regionale all’Istruzione Maria Prodi ritiene che “In un quadro di autonomia scolastica, e in ordine al buon senso, il Governo dovrebbe dare le risorse finanziarie e umane per rispondere alla questione del ‘gap’ linguistico che vivono gli allievi di recente immigrazione e lasciare le soluzioni tecniche alle scuole, tenuti fissi i principi di convivenza e di uguaglianza. Invece la mozione recentemente approvata, nel momento in cui si sottraggono pesantemente risorse alla scuola, detta minuziose regole per separare in apposite classi gli studenti stranieri finché non riescano a superare un test di conoscenze linguistiche". C’è il problema di una eccessiva concentrazione di immigrati nelle scuole in alcuni territori? La mozione approvata dalla maggioranza di centro destra individua a suo parere un limite, ma non gli strumenti, non le risorse, non le soluzioni. Non ci dice cosa dobbiamo fare quando la realtà economica del territorio pone come dato di fatto un alto tasso di immigrazione. L’afflusso costante di allievi impone ai docenti una capacità di adattamento certo faticosa? Il Governo, secondo la mozione, impedisce l’ingresso nelle classi dopo il 31 dicembre. Invece di velocizzare il più possibile l’inserimento, si mettono i ragazzi appena arrivati nel nostro Paese su un binario morto. "La realtà della presenza di immigrati recenti nelle nostre scuole - riconoece l'assesore - è certo difficile, si tratta di una sfida molto complessa: c’è il ragazzo immigrato che non dice una parola di italiano, e quello che a distanza di pochi mesi parla addirittura con un perfetto accento dialettale. C’è il territorio in cui gli immigrati sono la metà degli iscritti, e quello in cui sono ancora uno su cento. È per questo che è importantissimo che le autonomie scolastiche e le istituzioni locali siano messi in condizione di cercare soluzioni differenziate, come in molti casi fanno da tanto tempo, per rispondere alle specifiche esigenze. Il Governo metta a disposizione risorse per insegnanti e operatori, e lasci a chi conosce le singole realtà programmare forme di accompagnamento flessibili verso la piena autonomia linguistica dei ragazzi. Senza strategie segreganti che cronicizzano, invece che superare la disparità linguistica”. “I ragazzi italiani, anche di non recente immigrazione in altri Paesi europei come la Germania, in cui la canalizzazione dei percorsi è rigida, soffrono di gravi disparità. Il destino di chi parte svantaggiato viene sancito da una separazione di percorsi rispetto a chi parte ben equipaggiato nelle competenze di base, distanza che non si recupera più. Dovremmo forse a nostra volta riproporre questo schema con chi arriva nel nostro Paese, dopo averlo sofferto come emigranti?". Nella mozione si dice che ‘la pedagogia interculturale del centro-sinistra, attraverso l’affermazione dell’universalismo’, ha lasciato l’iniziativa alle singole scuole e agli enti locali che, pur avendo agito in maniera equilibrata, non possono attuare strategie per il superamento dei problemi derivanti dall’accoglienza e dalla formazione degli studenti stranieri. Forse a volte saprebbero, ma non possono per mancanza di mezzi. Chi meglio di loro conosce le situazioni e le soluzioni? Bastava una mozione che richiedesse più strumenti e personale. "La Regione dell’Umbria ha coinvolto, nello scorso anno scolastico, i rappresentanti di molte scuole protagoniste di progetti pilota in un confronto serrato, finalizzato a mettere in comune esperienze e prospettive: la scelta di attuare una piena integrazione, si è concluso, passa anche attraverso una interlocuzione forte con le famiglie, la cui stessa integrazione è causa ed effetto per alcuni aspetti della integrazione dei figli. Coinvolgere le famiglie nella scommessa verso il successo formativo dei figli, e aiutarli a considerare la scuola alleata con le loro aspirazioni e le speranze verso il futuro dei loro figli è l’obiettivo prioritario. In fondo, è quello che tutti i genitori dovrebbero fare, nativi compresi”. Condividi