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Con Vittorio Foa scompare una delle figure più rappresentative del movimento operaio italiano. Nel corso della sua lunga militanza politica Vittorio Foa è stato dirigente sindacale, dirigente politico, storico. Ognuna di queste esperienze richiederebbe un approfondimento e una valorizzazione specifica. A me piace ricordare il Vittorio Foa dirigente sindacale, protagonista indiscusso della stagione in cui il la Cgil analizzò auto criticamente le ragioni della sconfitta subita nel corso degli anni '50 e pose le basi per la ripresa che portò alla straordinaria esperienza del sindacato dei consigli negli anni ‘70. La sua capacità di coniugare curiosità ed elaborazione, ascolto e direzione politica ha sempre costituito per me un esempio a cui far riferimento. Nella sua lunga vita l'elaborazione politica di Vittorio Foa è stata molto variegata e molte delle sue posizioni degli ultimi anni non le ho condivise. Questo non toglie nulla al fatto che Foa sia stato per me un maestro e che della sua cultura libertaria e socialista, profondamente classista e antistalinista, io sia profondamente debitore. Voglio in particolare ricordare un concetto che Foa esprime nel sul splendido libro "La Gerusalemme rimandata" quando ci dice che compito della politica di sinistra non è tanto di governare meglio la gente ma di aiutare la gente a governarsi da se. Foa si definiva socialista mentre io mi definisco comunista, ma se la politica ha un senso per me è esattamente quello che Foa ci comunica in quelle poche frasi: trovare i canali, le forme, le culture, le strutture, i percorsi attraverso cui la gente possa governarsi da se; attraverso cui la lotta alla sfruttamento possa dar vita ad un processo di liberazione. Grazie Vittorio per tutto quello che ci hai insegnato. Condividi