Il punto di Stefano Vinti

A quanto sembra, la Giunta Tesei è insoddisfatta per lo smantellamento della Sanità pubblica operato fino a oggi. Deve essere totale lo sfascio di una Sanità regionale che, alla fine, con tutti i suoi limiti e anche con i suoi errori di gestione, era comunque tra le Sanità pubbliche che erano un forte punto di riferimento delle altre Sanità regionali.

Oggi siamo di fronte a problemi enormi della Sanità pubblica: c’è un’inefficienza diffusa, una carenza di personale, liste d’attesa chilometriche, insoddisfazione del personale e degli utenti, che per fare analisi e diagnosi sono costretti a fare dei tour turistici per tutta la regione – in particolare, ovviamente, quelli di Perugia – in una vicenda delle liste d’attesa che, il 12 aprile, contava 74mila pazienti, quasi il 9% della popolazione complessiva della nostra regione.

Poi, l’Assessore al ramo della Giunta Tesei si è inventato una riorganizzazione territoriale, che non significa altro che una desertificazione di molti territori dalla Sanità pubblica.

L’ultima perla che abbiamo, dalle informazioni che ci danno, è che, mentre in Italia si discute sulla necessità e l’urgenza di rifinanziare la Sanità pubblica e, addirittura, chi studia queste vicende ritiene che occorra un aumento del 6% del budget della Sanità pubblica per mantenere i livelli attuali, che sono sempre più insoddisfacenti – +6% della spesa – la Regione Umbria decide non solo di non mettere il +6%, ma di tagliare 28 milioni, che vuol dire un taglio dell’1,5% del bilancio della Sanità umbra. Quindi, siamo di fronte a una totale inversione di politica, rispetto a quello di cui necessita la salute pubblica nella nostra regione.

Credo che, ancora una volta, abbiamo la prova che quello che interessa alla Giunta Tesei e al suo Assessore al ramo è indebolire la Sanità pubblica, per far sì che cresca, aumenti, si sviluppi e si radichi una Sanità privata, dove Sanità significa affari sulla salute degli umbri.

Quindi, se l'Assessore Coletto, di fronte allo sfascio della Sanità che ha provocato, per correggere la sua politica – che porterà a una Sanità privata di serie A per i ricchi e di serie B per i poveri e i lavoratori dipendenti, a una Sanità per la città di Perugia inadeguata e inefficiente – un sussulto di dignità politica e personale, dovrebbe dimettersi dal proprio posto in Giunta regionale.

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