Sembra che i confronti, tra i rappresentanti della Nestlè e i sindacati della RSU Perugina, con la presenza di quelli regionali, non compiano passi in avanti significativi nel trovare soluzioni positive a risolvere il problema dei 364 lavoratori dichiarati in esubero.
Per ora, l’unica possibilità alquanto transitoria e non certa, sarebbe quella di ricorrere alla cassa integrazione straordinaria, sempre che dal governo venga concessa con l’utilizzo dei vari ammortizzatori sociali.
Ma il problema di fondo resta comunque intatto e non risolto.
Noi crediamo che la strada percorribile sia quella di ottenere dalla Nestlè un nuovo piano industriale, che non contenga solo impegni di marketing o commerciali, ma abbia forti investimenti per allargare la base produttiva: L’unica soluzione è quella che i reparti dello stabilimento di S. Sisto devono tornare a lavorare a pieno regine anche su produzioni nuove, competitive per qualità e prezzo sia sul mercato interno sia su quello internazionale.
Per ottenere questo, secondo noi, è necessario al più presto riprendere la mobilitazione collettiva, altrimenti nella curva bassa di produzione i lavoratori non avranno più nessun potere contrattuale.
Ci sembrano, inoltre, prive di ogni compatibilità industriale e commerciale, alcune proposte che sono state illustrate dai sindacati alla Nestlè, come risolutrici, anche se in parte, del problema degli esuberi.
A questo proposito riteniamo, invece, che vada approfondita un’ idea di sviluppo che circola da qualche giorno, formulata da ex dipendenti Perugina.
La Regione, la Sviluppumbria e il Mise dovrebbero prendere in considerazione, attraverso una forma associativa adatta, la possibilità di mettere insieme alcune esperienze artigianali nel campo della lavorazione del cioccolato, che oggi esistono nel nostro territorio, e che producono eccellenti prodotti che sono anche competitivi nel mercato.
Gli uffici della Regione , quindi, potrebbero effettuare uno studio di fattibilità sulle possibilità commerciali e di vendita di questi tanti prodotti, abbandonati dalla Perugina, e costruire una nuova e più grande realtà produttiva.
Questo con l’obbiettivo di ottenere, attraverso un accordo commerciale con la Nestlè, di adoperare il marchio Perugina.
Certamente questa soluzione risolverebbe solo in minima parte il problema degli esuberi, ma sarebbe comunque una possibilità di occupare persone, con una prospettiva industriale di successo, di allargamento e di sviluppo.

La Sinistra per Perugia
Giuseppe Mattioli.

 

 

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