di Attilio Gambacorta // associazione culturale Umbrialeft

Due giorni fa ci ha lasciato Stefanio Zuccherini.

Il suo nome è legato a quella intellighenzia perugina che ha rappresentato la sinistra in Umbria dagli anni Settanta in poi.

Protagonista delle lotte operaie di quegli anni. Nel sindacato prima, punto di riferimento per il movimento operaio, e poi come leader politico.

Comincia la sua carriera come sindacalista nella FIOM-CGIL dell'Umbria fino a diventare il segretario aggiunto dell'organizzazione.

Nel 1993 aderisce al Partito della Rifondazione Comunista e diventa segretario della Federazione di Perugia

Nel 1995 diventa Consigliere Regionale e Segretario Regionale dell'Umbria sempre nel partito di Fausto Bertinotti.

Nel 1999 entra nella Segreteria Nazionale del PRC e diventa responsabile delle politiche del lavoro.

Successivamente diviene Presidente del Comitato Politico Nazionale e commissario del Partito a Reggio Calabria

Nel 2006 viene candidato ed eletto al Senato nella circoscrizione dell'Umbria, nella Legislatura è membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, Vicepresidente della Commissione permanente (Lavoro, previdenza sociale) e membro del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.

Ho conosciuto Stefano durante il famoso congresso del PCI dopo la Bolognina. Entrambi eravamo dalla stessa parte: di ferma opposizione alla svolta che Occhetto voleva dare al partito. La storia conferma che eravamo dalla parte giusta. Da lì in poi si acuirono ancora di più i mali della sinistra e la situazione dei nostri giorni drammaticamente lo dimostra.

Ma tornando a quel congresso, mi colpì la sua sincera passione politica. Erano dentro di lui ideali che avevano infiammato i cuori delle masse proletarie per tutto il secolo. Si capiva che quella storia si voleva cancellare, che un decadentismo politico e culturale, fatto di arido pragmatismo, stava sostituendo la speranza per un mondo più giusto.

Ma la storia quando comincia a correre non si ferma e un’idea sociale alternativa al capitalismo non aveva la forza necessaria per contrastare quella corsa inarrestabile. Il sogno di un mondo di uomini liberi ed uguali considerato obsoleto e anacronistico.

Gli anni Novanta sono stati questi.

Neanche Rifondazione Comunista è riuscita ad invertire questa terribile tendenza, ma la lotta di Stefano, insieme a tanti altri compagni, non è stata vana. E il suo esempio, di coerenza politica, di tensione ideale, di appassionato studio, è lì a dimostrare che le idee di giustizia, di uguaglianza e di libertà sono necessarie ed indispensabili, se vogliamo costruire una società di uomini liberi, considerando l’uomo un essere unico ed irripetibile e non uno strumento del capitale, nella convinzione che ogni uomo ha gli stessi diritti e gli stessi doveri. Questi diritti sono oggi negati e calpestati, piegati alle logiche del potere e del profitto.

Contro tutto questo Stefano si è sempre tenacemente battuto; la sua speranza di vedere un giorno rinascere l’idea di trasformazione della società mai doma, il suo impegno politico, la sua fervente attività politica sempre in movimento, al fianco dei più deboli, dei lavoratori, del proletariato.

Ricorderemo con affetto e stima il sorriso di Stefano, la sua ferrea volontà, la sua umanità. Il suo credo ideale sarà per noi motivo di rafforzare sempre di più la nostra coscienza politica.

Alla sua famiglia il cordoglio di Umbrialeft

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