Secondo noi le dichiarazioni fatte alla stampa locale dal consigliere comunale del PD Sara Bistocchi, a seguito dei fatti politici nazionali, sono oltremodo stupefacenti.

Sostenere che in Umbria i massimi dirigenti del partito provinciale e regionale devono restare al loro posto, pur avendo perso il congresso in quanto sostenitori della mozione Bonaccini, significa tagliare le ali sul nascere a ogni forma di rinnovamento. Sembra un PD che vuol restare come prima e che si abbia timore del rinnovamento.

Onestamente ci domandiamo come si fa a sostenere una cosa così grave: esternare insufficiente sensibilità politica e rispetto per chi aveva sperato e votato per un cambiamento reale.

Eppure è una persona e politica che stimiamo molto.

Anche i diretti interessati avrebbero dovuto subito rimettere i loro mandati dando così prova di alta maturazione politica, correttezza e rispetto del voto.

È ovvio che non si tratta di una questione personale, ma di linea politica che va cambiata e che dovrà camminare sulle gambe delle persone che la rappresenteranno.

Questa dichiarazione della responsabile della mozione Schlein ci rende furibondi oltre misura: non è questo il nuovo PD che tutto il popolo di sinistra spera che nasca.

Stando così le cose il nuovo segretario nazionale non avrà da confrontarsi solo con i componenti delle altre mozioni ma, pericolo ancora maggiore, con la conservazione e il trasformismo sempre in agguato.

I vecchi accordi sono ormai superati, un’altra pagina deve essere scritta, costruita su valori forti: ecologia, pace, giustizia sociale, lavoro, accoglienza, rifiuto della guerra, difesa dei lavoratori e della dignità del lavoro, della scuola, della sanità pubblica, dei giovani, dei precari, degli anziani e degli emarginati. Una scelta precisa di campo, senza tatticismi  o accordi  di vertice.

Noi riteniamo che tutti questi obiettivi passino attraverso la riproposizione del conflitto sociale, abbandonato in questo ventennio in cui ha dominato la globalizzazione selvaggia che ha portato a tante crisi e impoverito i più deboli. Un conflitto che ricollochi la classe lavoratrice come forza propulsiva di sviluppo democratico e di unione fra le classi.   

Ripensateci, parlate e ritornate in sintonia con la gente e non siate ancora una volta autoreferenziali, uscite dai salotti politici e dal circolo mediatico altrimenti sarà tutto inutile.

NO! NON CI SIAMO PROPRIO.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

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