UE, BUIO FITTO! di Roberto Musacchio
La Commissione Von Der Leyen ora è al completo. La Presidente l’ha resa pubblica iniziando, dopo quello con i governi, l’iter col Parlamento Europeo che porterà alla entrata in carica.
Basta vedere che tra i vicepresidenti, di peso e con deleghe importanti, c’è l’italiano Fitto, già ministro di Meloni (con le destre italiane che cantano vittoria “per l’Italia”) per capire che il modo in cui si costruisce la governance europea è sostanzialmente medievale, per cooptazione dall’alto. Con in peggio la presa in giro di finzioni politiche che in realtà servono a coprire il carattere strutturalmente ademocratico di una costruzione, la UE, che non ha pari al Mondo. Un mix tra trattati rigidamente ideologici in senso ordoliberista, funzionalismo e cioè funzionamento non su base democratica ma per obiettivi decisi dai dominanti, intergovernativismo e cioè rapporto diretto tra i governi che si convalidano tra loro e tutti insieme bypassano i Parlamenti. Parlamenti, in primis quello europeo, ormai ridotti a casse di risonanza propagandistica degli orientamenti preconfezionati, a partire da quelli bellici.
La Commissione Von Der Leyen è, o meglio sarebbe se qualcuno avesse ancora possibilità e voglia di guardare le cose per come sono e non per come appaiono per decisione organizzata, la smentita di tutte le fandonie propinate dagli europeisti reali. Teoricamente avrebbe una maggioranza a quattro, popolari, socialisti, liberali e verdi, “chiusa” a destre e sovranisti, ma il metodo intergovernativo rende tutto ciò una finzione. Utile a fuorviare la richiesta di democrazia. La presenza di Fitto come vicepresidente con deleghe di peso, mostra con chiarezza che il Sistema è tale per cui le presunte maggioranze e le presunte alternative tra sovranisti ed europeisti sono solo fumo negli occhi. La UE è fatta per essere una governance neoliberale e non una democrazia moderna. E chi oggi pensa di ovviare a questa natura strutturale con l’inserimento ad esempio di voti di maggioranza in Consiglio semplicemente va verso il peggio e cioè una governance in cui comanda chi ha la maggioranza delle azioni. Per altro in assenza di qualsiasi Carta che tuteli la cittadinanza essendo non a caso l’unica Costituzione proposta la costituzionalizzazione del trattato di Maastricht.
In questa situazione strutturale i progetti come quello di Draghi (naturalmente Von Der Leyen ha detto che la Commissione seguirà le sue indicazioni) non hanno niente a che vedere col keynesismo che era pensato per i cittadini a partire dalla piena occupazione. Sono “consigli” al Principe (moderno ma antico) su come tenere lo scettro. E in questo quadro i vassalli si muovono come figure medievali di cavalli torri e regine. Meloni fa la mossa del cavallo e si ritrova col “laburista” Starmer (fuoriuscito dalla scacchiera UE ma dentro la vecchia Corona inglese) a condividere politiche contro i migranti (l’Inghilterra capitalista nasce con l’abolizione della servitù della gleba e con il poor act che anticipa il welfare, questa di oggi fa il contrario e solo Corbyn si oppone), scambiarsi idee sulla guerra (meglio Meloni, ed è tutto dire) e fare affari guarda un po’ per Leonardo e Marcegaglia (incontrate dai britannici prima del vertice tra Premier).
In questo quadro da ancien regime non poteva mancare roi Macron che, dopo aver eletto i suoi parlamentari contro Le Pen e grazie al Fronte Popolare e fatto un governo con la manovra opposta confermando che del voto se ne frega, si è cambiato la rappresentanza francese in Commissione, sostituendo quella che si era dimessa contro Von Der Leyen. Per dare il quadro più completo possiamo dire che viene confermato Dombroskis, sacerdote della austerità, all’economia; il lituano Kubilius va alla difesa e si ricongiunge alla estone Kallas alta autorità agli esteri entrambi su posizioni oltranziste contro la Russia. Hoekstra, finlandese già consulente Shell, confermato al clima è la ciliegina nera riservata ai verdi che appoggiano la Commissione in nome del sedicente Green Deal.
Che fare? Una cosa potete farla, voi che esprimete “malessere”: bocciatela. Ma sul serio e non facendo ammuina.
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