Tutto il potere ai manager
Di Ciuenlai - Il grande clamore e il grande spazio (simile a quello di un Capo dello Stato) dato alla triste vicenda di Marchionne , al di là del dovere umano di solidarizzare con una persona in fin di vita (mia madre mi diceva sempre che il male non si augura nemmeno al peggior cane), ripropone il tema di chi comanda al tempo del liberismo come pensiero unico. E allora bisogna far saltare tutti gli schemi che ci vengono propinati per nascondere la verità.
Sarebbe da rifare l'art, 1 della Costituzione “ L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro e sul potere dei manager”. Allora chi comanda? Non il Governo (o i Governi) e men che meno i partiti che lo compongono. Parlo di quasi tutti gli esecutivi del terzo millennio. La cartina di tornasole è la composizione dello stesso.
Da decenni la casella più importante quella dell'economia (si tratta in realtà dei bilancio, del tesoro e dello sviluppo economico) è gestita (soprattutto dalla Presidenza Napolitano in su) dall'inquilino del colle che fa da garante e da tramite con e per i poteri finanziari e burocratici europei ed internazionali. Sono stati nominati così i vari Padoa Schioppa Saccomanni, Padoan i veri esecutori veri linea dell'austerità, cioè della riorganizzazione del sistema capitalistico ordinata dalle grandi lobbies, che ha garantito i ricchi e favorito l'aumento delle diseguaglianze e la perdita dei diritti.
Il resto lo fanno i manager formati, addestrati ed indicati dai veri poteri del pensiero unico. Non è un caso che per le famose nomine, pur cambiando nominalmente il colore dei Governi, girano sempre gli stessi (Moretti, Boeri, Gabrielli, Sala, Emma Marcegaglia, Montezemolo, Patrizia Greco, Calenda ecc.). E il Presidente del Consiglio e gli altri Ministri ? Fanno spettacolo (qualcuno solo tappezzeria), punto! E va così anche con il Governo del Cambiamento. In quel Ministero c'è un certo Giovanni Tria , un esponente della “Fondazione Magna Carta” che si ispira al liberalismo (diciamo liberismo che è meglio) conservatore, con nessun legame con l'attuale maggioranza di Governo.
E anche la prima nomina. quella della Cassa Depositi e Prestiti, ha seguito questa linea. Fabrizio Palermo ha fatto l'analista finanziario a Londra per la divisione investment banking di Morgan Stanley. Successivamente è andato alla McKinsey, la nota società di consulenza che forma la nuova classe dirigente continentale legata ai poteri finanziari. Da lì sono passati Corrado Passera (Olivetti, Banco Ambroveneto, Banca Intesa ecc.) , Alessandro Profumo (Leonardo Spa, Mps e Unicredit), Paolo Scaroni (Enel, Eni), Ettore Gotti Tedeschi (Finanze vaticane), Gioia Ghezzi (Ferrovie dello Stato) , Roberto Nicastro (gestore dei fallimenti di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieri e Carife) e Yoram Gutgeld, ex consigliere economico di Matteo Renzi. Infine Palermo viene da Fincantieri e fa parte anche del consiglio del fondo Atlante, lanciato per salvare le banche in difficoltà.
Tutti questi rispondono ai veri poteri, non al Parlamento che infatti alcuni vogliono superare. Ma l'unica cosa che bisognerebbe superare è l'orrore del capitalismo. Sarebbe compito della sinistra. Quella che non c'è, perchè quella che fa finta di esistere è dentro il sistema fino al collo.
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