A stretto gito dall’apertura al dialogo dell’unico candidato rimasto in corsa per la segreteria regionale del PD umbro, il consigliere regionale Tommaso Bori, arriva la risposta a mezzo social di uno dei tre candidati che si sono recentemente ritirati, il castiglionese Alessandro Torrini

“Per la pesante eredità di questi ultimi sette/otto anni, non solo degli ultimi due, il PD dell’Umbria, ma non solo, avrebbe avuto il bisogno di fare un congresso vero, che partisse dalle criticità, per approdare ad un progetto identitario ed organizzativo che lo portasse fuori dalle acque limacciose in cui è oggi confinato. Per responsabilità diffuse, questo non è stato possibile; Letta prima o poi dovrà abbassare lo sguardo verso la nostra piccola Umbria che proprio perché piccola, potrebbe essere un laboratorio di ricerca e di sperimentazione per nuove forme di partecipazione interattiva. Io credo che con il buon senso e la buona volontà, ci siano ancora spazi.

Tommaso, tu rivendichi la bontà del percorso deciso e consideri il congresso un punto di partenza: certo che il congresso è un punto di partenza, ma per lo stato di profonda difficoltà del partito, sarebbe stato necessario arrivarci in un clima di ricostruzione, non di contrapposizione.

Il Covid non ci ha aiutato, auspicando anche in un miglioramento della pandemia, speriamo di poter riattivare confronti in presenza che favoriscano momenti di dialogo da troppo tempo interrotti.

Ogni lista, compresa la mia, ha donne e uomini di valore prestati alla politica che voglio sperare vogliano continuare a dare il loro contributo: che tu li consideri una risorsa, non può che farmi piacere”.

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