Porre l’attenzione sui cambiamenti climatici significa mettere al primo posto la vita e il futuro a livello globale. Poiché non si tratta di un aspetto riservato agli ambientalisti, ma riguarda tutti. È fondamentale che i governi, chi programma l'economia, le realtà territoriali e ognuno di noi inizi a dare seguito ad azioni plurali e singole, dando vita a nuovi modelli e abitudini.
Già nel 1979 Enrico Berlinguer, esaminando la situazione ambientale, parlò dell'interdipendenza dei problemi dell'umanità di fronte al pericolo del disastro ecologico, del divario crescente tra aumento della popolazione mondiale e risorse, della contraddizione tra rinnovamento tecnologico e piena occupazione.

Nei prossimi dodici anni è fondamentale, quindi, invertire la rotta, oppure gli squilibri climatici causeranno in vaste aree del Pianeta gravi e frequenti fenomeni estremi come inondazioni, ondate di caldo, alluvioni e siccità. A patirne maggiormente le conseguenze saranno le comunità più deboli ed emarginate, ma anche il mondo occidentale sarà soggetto a pesanti perdite economiche e con ricadute sociali, sanitarie e ambientali gravi. L'Italia ha obiettivi di riduzione delle emissioni poco ambiziosi e sostanzialmente non in linea con le raccomandazioni dalla comunità scientifica finalizzate a contenere il riscaldamento globale entro la soglia prudenziale dei +1,5° C.

In questa situazione, l'intento dovrebbe essere quello di lanciare la proposta ai Comuni e alle Regioni di approvare una mozione specifica sulla 'Dichiarazione dell'emergenza climatica e ambientale'. La dichiarazione di emergenza climatica è già stata sottoscritta nel mondo da più di cinquecento città e da alcuni parlamenti nazionali. Rappresenta una azione mirata a sensibilizzare più persone sul dovere morale dello Stato e di tutte le istituzioni ai vari livelli territoriali nel rispettare un patto sociale intergenerazionale, che impone alle attuali generazioni di lasciare un pianeta vivibile soddisfacendo i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Richiedere, attraverso congrue azioni mirate, la messa in campo di iniziative che hanno come scopo finale la riduzione delle emissioni e l'incentivo all'impiego delle energie rinnovabili, incentivare il risparmio energetico nei settori della pianificazione urbana, nella mobilità, negli edifici, nella nuova realizzazione (sistemazione) di aree verdi urbane.

La crisi climatica è una crisi a livello globale e, pertanto, azioni unilaterali dei singoli Stati non avranno l'efficacia necessaria se non unite con una collaborazione generale e saldata dal principio di giustizia climatica. Un recente rapporto IPBES-ONU avverte con forza sul  concretizzarsi di un declino ecologico “senza precedenti”: un milione di specie animali e vegetali sono a rischio estinzione nel breve periodo per colpa dei cambiamenti climatici e di un eccessivo sfruttamento di terra e mare.
L'Unione europea, ultimamente, ha fatto un passo deciso verso azioni di contrasto dell'inquinamento da plastica nelle acque del nostro Pianeta (secondo alcune  stime, perseguendo la tendenza attuale, fra 30 anni avremo più plastica che pesci in mare). Infatti, il 27 marzo, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva ‘Single use plastics’ (Sup), che mette al bando, entro il 2021, in tutti gli Stati membri, l'utilizzo di oggetti in plastica monouso (piatti, posate, cannucce, bastoncini cotonati e aste per i palloncini). È necessario, pertanto, che l'Italia recepisca quanto prima e con ambizione le nuove norme. E, inoltre, aiutare tutti cittadini e imprese a intraprendere il corretto percorso verso la deplastificazione.

La svolta può avvenire attraverso la visione del futuro ecosocialista: basata su un progresso economico e sociale unito in modo indissolubile con la tutela dell’ambiente e la riconversione ecologica dell’economia.
In uno scenario globale dove la crescita economica si accompagna di pari passo con le crescita di richiesta energetica, lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi mezzi di produzione sostenibili - capaci di ridurre le emissioni – rappresenta la sfida di successo nel futuro (molto prossimo). Una delle soluzioni per coniugare mercato e sostenibilità è la creazione di opportunità di lavoro che puntano a ridurre l’inquinamento, a migliorare l’efficienza energetica, a ridurre lo spreco di cibo, a migliorare la filiera produttiva. Questa tipologia di lavoro ambisce, inoltre, a rendere più sostenibile la mobilità quotidiana e turistica, a organizzare in modo più appropriato gli spazi cittadini, a rendere concreti i progetti di economia circolare e fornire nuove opportunità ai giovani.

La partita contro i cambiamenti climatici può diventare una storia vincente se, nei prossimi anni, verrà avviata una strategica trasformazione di tutti i settori dell'economia europea in modo da avere anche un impatto sociale e la ridefinizione di un nuovo sistema di welfare europeo. Questo sarà possibile solo se si darà slancio a una visione basata su nuove relazioni sociali ed economiche in modo da rendere effettiva la svolta contro i cambiamenti climatici come nuova frontiera per migliorare il sistema economico e la qualità della vita di tutti, nessuno escluso.

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