di Alfonso Gianni 

SULLA MANIFESTAZIONE PER L'EUROPA DEL 15 MARZO. Naturalmente il magnete de la Repubblica si dimostra, come in altre occasioni, alquanto attrattivo. Quindi le adesioni non mancano. Ma tutto ciò può bastare a fronte di una situazione internazionale così complessa? Non lo credo. Parliamoci chiaro una manifestazione genericamente per l'Europa, per di più con sole bandiere blu stellecerchiate, rfinisce per significare un appoggio acritico all'attuale Ue, la cui ignavia (per usare un eufemismo) nella vicenda russo-ucraina e in quella israelo-palestinese grida vendetta. Una Ue che peraltro ha in mente solo l'esercito europeo e l'aumento, anzi il raddoppio delle spese militari. D'altro canto la brutalità trumpiana rischia di fare vedere il mondo in bianco e nero. Il che non è. Una forza di sinistra e pacifista (le due cose vanno o dovrebbero andare insieme) può - se decide di farlo - partecipare a quella manifestazione solo sulla base di una piattaforma propria e chiara piattaforma. I sottili distinguo che leggo sui giornali di oggi da parte dei leader della sinistra del centrosinistra non bastano e sono fagocitati dal coro unico.  Nè va accettato il diktat delle sole bandiere europee. In quella piazza, per dare almeno un segnale non equivoco,  servirebbero non solo bandiere di partito che nessuno dovrebbe vergognarsi di esporre, ma soprattutto migliaia di bandiere multicolori della pace.

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