La suggestiva idea dell “Capitale Europea della Cultura"
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di Giorgio Bartolini
ASSISI - L’idea della presentazione della candidatura della propria città a “Capitale Europea della Cultura” per il 2019 è suggestiva e non può non trovare il consenso di ogni amministratore. Ciò per i risvolti estremamente positivi che ne avrà la città che risulterà vincitrice. È chiaro che la presentazione della domanda, così come si apprestano a fare Perugia e Assisi, comporterà una forte organizzazione con una capace struttura e i fondi necessari almeno per preparare i relativi progetti e poi, alla fine del 2014/2015, se verrà superata la preselezione, occorreranno altri finanziamenti per organizzare quanto progettato.
La costituzione di una fondazione, il cui statuto sarà discusso al prossimo Consiglio Comunale di Assisi, dove dovrebbero affluire i finanziamenti va bene. Ciò però se i promotori si siano accertati preventivamente della possibilità di poter ottenere più consistenti fondi da parte di altri soggetti privati o pubblici, perché i versamenti di 50.000 euro ciascuno previsto da Perugia e dalla Regione, e quello di Assisi ancora da stabilire, costituiscono il fondo di dotazione che non può essere speso e comunque sarebbe una cifra largamente insufficiente.
Debbo però per onestà esprimere un forte dubbio sull’obiettivo che si vuole raggiungere.
Penso che sia sbagliato proporre la candidatura congiunta di due città perché, anche nel caso che quello che si presenterà fosse il progetto migliore, potrebbe essere scartato.
Infatti la “decisione” della comunità europea 1622/2006, ma anche le altre precedenti direttive, relative alla candidatura di una città a Capitale Europea della Cultura, afferma che “sarà scelta una sola città”, non escludendo il suo interland, ma non due città: per cui o Perugia o Assisi.
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina, come ha detto qualcuno. E poiché questa idea è partita da Perugia, e già un mese fa Perugia stava per costituire la fondazione senza Assisi, in passato si era parlato della richiesta di Assisi-Perugia, se non altro per cronologia alfabetica, mentre ora il progetto è Perugia-Assisi, sembrerebbe che il nome di Assisi sia solo a supporto di Perugia.
La mia perplessità è che di fronte comunque a gravosi sforzi economici di centinaia di migliaia di euro per giungere alla presentazione dei progetti per l’ammissione della preselezione, città concorrenti quali Venezia, Matera, Palermo, Ravenna, Siena, Torino, ecc., potrebbero probabilmente legittimamente, “far notare” al Ministero competente che indicherà la o le città della Comunità Europea, la singolarità della presentazione della domanda congiuntamente da parte di due città, cosa che per quanto se ne sa, mai è avvenuto in passato perché in contrasto con la normativa dell’UE.
In ultimo si opterà per la sola Perugia?
A proposito di cultura, è auspicabile che quelle “lenzuola” pubblicitarie che riportano il logo dell’evento, poste in modo scellerato perforando con 16 chiodi per ciascuno, i muri storici: in Assisi la torre campanaria della Campana delle Laudi, nel Palazzo del Capitano del Popolo e in S. Maria degli Angeli il palazzo del Capitano del Perdono, entrambi siti UNESCO vengano rimosse, in quanto dimostrano l’insensibilità culturale dell’amministrazione che, solo a parole, si riempie la bocca della parola cultura e crea danno d’immagine.
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Domenica
30/10/11
11:01
Sottoscrivo sulla bruttura delle lenzuolate, che rappresentano il solito modo rozzo, 'vecchio' e inefficace di comunicare un progetto che, come anche scrive l'autore, è ancora molto sulla carta.